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BikiniOff, la pericolosa app che spoglia le persone spopola tra gli adolescenti: ecco come funziona

In una scuola media della provincia di Roma si è aperto un vero e proprio caso, dopo che alcuni ragazzini hanno diffuso le immagini di 5 compagne completamente nude

Ricordate gli occhialini degli anni 70-80, quelli che promettevano di far vedere le donne nude? Ecco, è arrivata la versione “pro”. Di cosa si tratta esattamente? Di inviare la foto di una persona vestita e riceverne indietro una versione “hot”. Senza vestiti, completamente nuda. Questo è il nuovo e pericoloso fenomeno che si sta diffondendo sul web e che vede coinvolta la tanto discussa intelligenza artificiale. Il suo nome è BikiniOff, un’applicazione alla quale si accede tramite Telegram (per intenderci, se la cercate sull’App Store non la troverete). Ed è specialmente tra i giovanissimi che pare stia prendendo piede tanto che in una scuola media della provincia di Roma si è aperto un vero e proprio caso, dopo che alcuni ragazzini hanno diffuso le immagini di 5 compagne completamente nude. Foto modificate appositamente dall’intelligenza artificiale e che poi hanno fatto il giro dell’istituto scolastico.

Quindi la denuncia e le indagini dei carabinieri per produzione di materiale pedopornografico: “Questo è il primo caso che arriva nei nostri uffici ma non escludiamo che ci siano tantissime altre foto che girano e che le denunce non arrivino per vergogna delle vittime”, le dichiarazioni delle forze dell’ordine, mentre gli accusati si sono difesi dicendo: “Era solo uno scherzo”. Questo di BikiniOff è sostanzialmente un fenomeno collaterale al deep fake, creato in Francia nel 2022. È molto popolare e soprattutto facile da utilizzare. L’app è semplice e gratuita. La prima foto non si paga, per produrre altri deepfake si devono acquistare i crediti registrando la carta di credito, oppure usando Google Pay, ma sono anche disponibili i pagamenti attraverso le criptovalute. Fanpage.it ha provato a capirne qualcosa di più e ha scoperto che il bot propone una serie di modalità che permettono di accedere a diversi abbonamenti, che vanno dai 5 euro, per ottenere 10 foto, a 270, per produrne 600.

Questa semplicità di utilizzo è preoccupante, tanto che il garante dell’Infanzia della Regione Lazio, Monica Sansoni, si è mossa in prima persona per incontrare genitori e giovani alunni al fine di sensibilizzare sul tema, dopo che il proprio ufficio ha cominciato a ricevere almeno due segnalazioni a settimana. Intanto il giudice per le indagini preliminari ha dichiarato il non luogo a procedere per irrilevanza del fatto, considerando che i due autori erano incensurati. Da parte loro, i quattordicenni hanno cancellato le immagini e chiesto agli altri compagni di fare lo stesso, impegnandosi a far sparire ogni traccia e a non ripetere lo stesso errore.