“Diciamo la verità, almeno dal punto di vista della creatività noi quelli del Nord non li vediamo proprio. È un po’ come per la gastronomia: al Nord sono ancora al Mesozoico, non sono ancora arrivati a completare il processo di civilizzazione gastronomica, tranne qualche eccezione. Saremo meno efficienti, ma l’Italia non sarebbe la stessa senza l’umanesimo di Napoli e di tutto il Sud“. È la battuta pronunciata dal presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca durante la conferenza stampa di presentazione del Napoli Comicon 2023, l’evento dedicato agli amanti dei fumetti che si terrà nel capoluogo partenopeo dal 28 aprile al 1 maggio.
De Luca definisce “bella” l’iniziativa di gemellaggio di Napoli con Brescia e Bergamo nel campo dei fumetti e aggiunge: “Finalmente siamo in una posizione di pari dignità. I nostri amici del Nord a volte hanno momenti di confusione. È bello costruire questo rapporto di solidarietà, di unità, di comune umanità tra noi e le realtà del Nord, che vorremmo avvertissero quanto noi anche il valore dell’unità nazionale, della solidarietà e della condivisione di valori umani profondi. Sarà sicuramente uno scambio di esperienze molto belle e un’occasione di incontro tra i giovani. Almeno tra di loro non credo che ci siano tante pippe”.
Il politico campano scherza anche sull’atmosfera seriosa della conferenza stampa (“Sembra una messa cantata“) e in particolare su Agostino Riitano, ex direttore di Procida Capitale Italiana della Cultura 2022: “Quando l’ho visto, mi sono doppiamente preoccupato e mi sono detto: ‘Questo ora parla un’ora e mezza come a Procida. Tutto bellissimo, però ti devo dire che ci hai stritolato i perpendicoli per un’ora e mezza, Madonna‘”.
E nel finale si accomiata così: “Se Dio vuole, vi verrò a trovare, così mi farete vedere le vostre pazzielle. Io cercherò di presentarmi moderno. Non riuscirò a venire con un blue jeans consumato e con un anello al naso o all’orecchio. Ma dobbiamo essere moderni – conclude – Ecco, posso chiedervi solo una cosa. Anziché chiamarmi Vincenzo, che è un nome volgarmente proletario, chiamatemi Vincent, che fa più moderno, è più cool, più trendy. Fa più ‘van Gogh notte stellata’“.