La Giornata della Terra – Earth day – più che celebrazione sembra sempre di più una commemorazione. Di un pianeta che fu e che potrebbe non ritornare se non si inverte radicalmente la rotta. Anche quest’anno l’appello è globale e urgente: “Investire sul nostro Pianeta” perché “investire in un’economia verde è l’unica via per un futuro sano, prospero ed equo”. E Earthday.org, il movimento globale che organizza la Giornata della Terra e recluta i movimenti ambientalisti in tutto il mondo, punta ancora una volta a coinvolgere governi, istituzioni, imprese e oltre un miliardo di cittadini che ormai partecipano ogni anno a questa manifestazione affinché ciascuno faccia la propria parte perché “tutti siamo responsabili”. Responsabili per il clima, per il cibo sprecato e il suolo consumato, per l’indifferenza verso gli allarmi che ormai sono veri e propri Sos prima della catastrofe. Con l’umanità che sembra in guerra con la natura come ha sottolineato il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres.
“DETERMINATI ALLA DISTRUZIONE” – “Dall’aria che respiriamo all’acqua che beviamo al suolo che coltiva il nostro cibo: la salute dell’umanità dipende dalla salute della Madre Terra, eppure sembriamo determinati alla distruzione – dice Antonio Guterres, nel suo messaggio per la Giornata della Terra, il 22 aprile – Dobbiamo porre fine a queste guerre implacabili e insensate contro la natura. Abbiamo gli strumenti, le conoscenze e le soluzioni, ma dobbiamo accelerare il ritmo”. Per l’Earth Day, Guterres esorta “le persone di tutto il mondo a far sentire la loro voce nelle scuole, nei luoghi di lavoro, nelle comunità religiose e sulle piattaforme social chiedendo ai leader di fare pace con la natura. Facciamo tutti la nostra parte per proteggere la nostra casa comune”, ha concluso. La Giornata della Terra nasce negli Usa sulla scia della pubblicazione nel 1962 del libro di Rachel Carson, Primavera silenziosa, e di una crescente coscienza dei temi ambientali e del legame tra inquinamento e salute pubblica. Il senatore degli Stati Uniti, Gaylord Nelson, fu promotore del primo Earth Day del 22 aprile del 1970 con la mobilitazione di 20 milioni di americani per chiedere maggiore protezione per il Pianeta, un evento che nel 1990 è diventato globale coinvolgendo 200 milioni di persone in 141 Paesi. Ma oltre 50 anni dopo la mobilitazione non può fermarsi.
LO SPRECO ALIMENTARE – E a ricordarcelo è anche la Giornata del sovrasfruttamento delle risorse naturali che ogni anno anticipa a dimostrazione che il nostro stile di vita fa esaurire sempre prima quanto la Terra può produrre. In Italia, gli ettari di terreno in cui si producono alimenti che finiscono nell’immondizia dei consumatori, cioè quelli su cui si producono quei 524,1 grammi di alimenti sprecati pro capite, sono circa 1,5 milioni, che corrispondono alla superficie agricola utilizzata di Emilia-Romagna e Veneto messe insieme, calcola Waste Watcher International Observatory on Food and Sustainability. È come se le intere zone di produzione delle due regioni producessero cibo destinato a non essere mai consumato, spiega l’Osservatorio. La superficie agricola utilizzata, rileva l’indagine su dati 2021 della Coldiretti, in Italia è diminuita del 28% che si traduce in 400 milioni di chilogrammi in meno di produzione. Se si vuole investire nel Pianeta, bisogna prevenire lo spreco alimentare
LA POPOLAZIONE IN CRESCITA – Con la popolazione mondiale che dovrebbe arrivare a quasi 10 miliardi nel 2050, stima l’Onu, la perdita di terreni coltivabili è ancor più preoccupante. Per bisogna raggiungere il target 12.3 dell’Agenda 2030 di ridurre del 50% gli sprechi alimentari. Da qui la necessità di investire sull’educazione alimentare in tutto il mondo. L’Unicef ricorda che in tutto il pianeta, circa un miliardo di bambini – quasi la metà – è ad altissimo rischio per gli impatti della crisi climatica. Inquinamento, scarsità d’acqua ed eventi metereologici estremi sempre più diffusi e frequenti stanno minacciando un’intera generazione di bambini e adolescenti: a livello globale entro il 2040, quasi un bambino su quattro vivrà in aree con elevata scarsità di acqua, in Italia si stima che nel 2050 la maggior parte dei bambini sarà esposta ad ondate di calore sempre più frequenti.
IL 2022 ANNO RECORD PER IL CALDO – La temperatura media globale, infatti, nel 2022 è stata di 1,15 gradi sopra la media del 1850-1900 e gli anni dal 2015 al 2022 sono stati gli otto più caldi dall’inizio della registrazione strumentale nel 1850. Una febbre che continua a salire. Inoltre lo scioglimento dei ghiacciai e l’innalzamento del livello del mare – che ha nuovamente raggiunto livelli record nel 2022 – continuerà per migliaia di anni secondo l’ultimo rapporto annuale dell’Organizzazione meteorologica mondiale (Omm), pubblicato oggi a Ginevra. In assenza di interventi il Pianeta azzurro è destinato a cambiare radicalmente il suo volto.
IL BOSCO MANGIA SMOG A ROMA – Ci sono diverse iniziative e appuntamenti in Italia. A Roma nasce il bosco che mangia smog: sono stati piantati 3mila alberi dando avvio al progetto di forestazione nel Parco Regionale Urbano di Aguzzano, 52 ettari a fianco della Riserva Naturale della Valle dell’Aniene. L’iniziativa pilota è stata realizzata nell’ambito della Campagna “Foresta Italia”, da Rete Clima con Coldiretti e partner privati. Si tratta di alberi da filiera 100% italiana, scelti tra le specie tipiche e autoctone, tra cui la farnia, il leccio, il carpino bianco, l’acero campestre, il tiglio, il frassino maggiore, il pioppo, mentre tra gli arbusti la rosa canina, l’alloro, il ligustro, il corniolo, il biancospino. La messa a dimora permette di affrontare la ridotta disponibilità di spazi verdi nelle città di appena 33,8 metri quadrati, puntando su un grande piano di riqualificazione urbana di parchi e giardini, dando una spinta ad economia e occupazione. La situazione è peggiore nelle metropoli dove i valori vanno dai 17,1 di Roma, dai 17,8 di Milano ai 22,2 di Firenze, dai 42,4 di Venezia ai 9,2 di Bari, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat. La Coldiretti ricorda che Il verde è importante perché una pianta adulta è capace di catturare dall’aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili, mentre 1 ettaro di piante riesce ad aspirare 20 mila chili di anidride carbonica (CO2) all’anno.