Ha sostenuto per anni che gli attentati del 13 novembre 2015 a Parigi fossero un’enorme messinscena e che le vittime del commando fedele allo Stato Islamico fossero delle comparse utilizzate per raccontare una verità alternativa. Compresa Valeria Solesin, uccisa dai fondamentalisti islamici proprio di fronte al Bataclan. Adesso per il complottista sanremese Rosario Marcianò è arrivata la condanna in via definitiva a 12 mesi di reclusione per aver diffamato in più occasioni la memoria della giovane studentessa veneziana che studiava alla Sorbonne e che si trovava fuori dal locale quando è iniziato il massacro.

Secondo il cosiddetto “Mister no” che pubblicava le sue teorie complottiste sul suo blog e i suoi profili social, Solesin è in realtà sopravvissuta e la notizia della sua morte è falsa. Parole che, secondo i giudici, hanno leso l’immagine della ragazza, tanto che a denunciarlo sono stati i familiari della vittima, offesi dalle teorie “alternative” dell’uomo. A seguito della condanna in primo grado nel 2021 e di quella in appello del settembre 2022 a Genova, Marcianò ha fatto ricorso in Cassazione senza successo. Lo stesso blogger ha annunciato su Facebook di aver ricevuto “la notifica del mandato di carcerazione” a seguito della “condanna a 12 mesi di reclusione”. Inoltre, gli sarà vietato l’accesso a Internet, impedendogli per un lungo periodo di diffondere altre fake news.

Per dimostrare che Valeria Solesin fosse sopravvissuta alla strage, l’uomo ha addirittura proposto un confronto tra una sua foto e quella di un’altra vittima che veniva portata lontano dal Bataclan su una sedia a rotelle. La donna in vita, però, non era affatto Solesin, ma una sopravvissuta di nome Audrey. L’anno successivo, nel 2016, Marcianò ha portato avanti una nuova tesi sostenendo che il profilo universitario della ragazza fosse stato creato “post mortem” con lo scopo di creare “un passato a un soggetto inesistente, a una ‘vittima’ inesistente“. Una teoria facilmente smentita grazie ai salvataggi dei siti universitari su Web Archive: questi hanno dimostrato che il profilo della ragazza veneziana esisteva già prima del 13 novembre 2015.

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