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Di Maio inviato speciale Ue per il Golfo è un caso per il governo: “Indicato da Draghi, non è il nostro candidato”. La Lega all’Ue: “Scelta vergognosa”

Scelta vergognosa“. Disagio. Presa di distanza. Le forze di governo hanno commentato così la scelta di Bruxelles di nominare Luigi Di Maio come inviato speciale dell’Unione europea per il Golfo Persico. Una nomina che, prima di diventare ufficiale, è già diventata un caso politico nonché un elemento di tensione tra l’esecutivo italiano e l’Europa. Retroscena e dichiarazioni all’unisono: la scelta di Borrell, seppur assolutamente legittima sul piano formale, rappresenta una scorrettezza politica. Il motivo? L’ex grillino era stato segnalato dall’ex premier Mario Draghi per il ruolo in questione, ma ora con lo scenario politico italiano completamente mutato, Bruxelles doveva chiamare in causa il nuovo governo e non bypassarlo completamente nella scelta. Da qui il malcontento e le critiche, anche veementi.

Non ha usato giri di parole la Lega di Salvini. “Gli Italiani hanno votato: hanno scelto e continuano a scegliere il centrodestra, non sinistra o grillini – hanno fatto trapelare fonti del Carroccio alle agenzie di stampa – Quella di Bruxelles è una indicazione vergognosa, un insulto all’Italia ed a migliaia di diplomatici in gamba“. Da registrare anche la posizione ufficiale di Forza Italia. “È una scelta legittima di Borrell, nelle sue facoltà di alto rappresentante Ue. Ma Di Maio fu indicato da Draghi e non è il candidato del governo italiano”: parola del ministro degli Esteri Antonio Tajani a ‘Mezz’ora in più‘ su Rai 3. Gasparri non ha usato lo stesso garbo istituzionale: “L’ipotesi di Borrell è assurda e vergognosa. Squalifica chi la propone e l’Unione europea stessa. Di Maio è del tutto inadeguato – ha aggiunto – Il solo fatto di prenderlo in considerazione mette nel ridicolo chi lo fa. Basta con questi incapaci acchiappa poltrone. Di Stefano grillino ex sottosegretario avrebbe avuto un incarico violando le leggi sul conflitto di interessi – ha accusato Gasparri – E ora Di Maio ambisce a ruoli che non è in grado di svolgere. Chi può impedisca questo sconcio. Lo diremo in tutte le sedi. Il Golfo richiede persone serie non nullità come Di Maio”.

Fonti del governo, da parte loro, hanno sottolineato alle agenzie di stampa che il nome di Luigi Di Maio “non è del governo Meloni. C’è “disagio”, pur sottolineando che la scelta di Borrell è “legittima”. La proposta di creare questa figura era arrivata a luglio 2022, hanno ricordato le stesse fonti, e la candidatura di Di Maio era stata presentata qualche mese dopo, “a settembreottobre“, dal governo Draghi già in uscita. Il nome di Di Maio entrò poi nel gruppo ristretto di candidati (con l’ex ministroe degli Esteri cipriota Markos Kyprianou, con lo slovacco ex inviato delle Nazioni Unite per la Libia Jan Kubis e l’ex commissario europeo Dimitris Avramopoulos, greco, lambito dal Qatargate). La scelta di Di Maio era già maturata “a novembre“, con il governo guidato da Giorgia Meloni appena insediato, ma la nomina venne rimandata. Venerdì l’invio della lettera con la decisione che l’esecutivo – è il ragionamento – non potrebbe comunque bloccare, non essendo previsto veto. Resta il fatto, hanno rimarcato le fonti, che “Di Maio non è il candidato del governo Meloni“.

Successivamente la posizione della maggioranza è stata ufficializzata dai rappresentanti di Fratelli d’Italia all’Europarlamento: “La scelta dell’Alto Rappresentante per la Politica estera Ue Josep Borrell di nominare Luigi Di Maio quale inviato speciale dell’Ue per il Golfo non è stata avallata né sostenuta in alcun modo dal Governo Meloni”. È quanto si legge in una nota della delegazione di Fratelli d’Italia-Ecr al Parlamento europeo. “Borrell – è scritto nel comunicato- ha compiuto una scelta certamente legittima sul piano formale ma che, a fronte del mutato quadro politico, avrebbe dovuto avere la sensibilità di confrontare con il nuovo Governo, il quale peraltro è impegnato fin dal suo insediamento a normalizzare i rapporti con alcuni Stati del Golfo dopo le tensioni diplomatiche sorte proprio negli ultimi anni. Non possiamo che esprimere, quindi, un giudizio negativo sulla gestione dell’intera vicenda”.