Spunta blu no, spunta blu sì. Nella bolla Twitter la decisione di Elon Musk di mettere la spunta blu, quella per intenderci che certifica gli account, a pagamento ha fatto molto discutere. In particolare alcune celebrità si sono lamentate per la decisione. Oggi, però, in moltissimi account di “super-vip” il “verificato” sembra essere tornato.
Ma cosa è accaduto? Lo stesso Elon Musk ha detto di aver pagato di tasca propria per alcuni account, come quello di Stephen King, del campione Nba LeBron James e dell’ex presidente statunitense Donald Trump. Gli account di nuovo verificati anche senza aver pagato, però, sono molti di più, compreso addirittura quello di Kobe Bryant, morto nel 2020 in un incidente in elicottero. Secondo alcuni siti specializzati Musk avrebbe deciso di ripristinare la spunta per gli account con almeno un milione di follower, ma in realtà i “criteri di selezione” non sono ancora chiari. Ad esempio, se così fosse, anche Fedez o Rosario Fiorello, rispettivamente con 2,9 milioni di follower e con 1,3 milioni di follower, avrebbero dovuto riavere la spunta (che invece non è ancora tornata).
La “certificazione” è rimasta gratuita fino a pochi giorni fa, ma oggi chiunque voglia arricchire il proprio profilo del segno che garantisce autenticità e fama deve pagare a Twitter 8 dollari al mese. Come annunciato lo scorso anno, Musk è infatti passato dalle parole ai fatti, implementando la strategia soprannominata ‘Twitter Blue’ per generare nuove entrate. Così gli account gratuiti che avevano la spunta l’hanno persa giovedì. In tre giorni, però, solo una piccolissima parte degli utenti contrassegnati si è iscritta pagando gli 8 dollari, meno del 5% dei 407.000 profili interessati.