Boom: 226 milioni di dollari. Che annata il 2022 per Sundar Pichai, il numero uno di Alphabet, la società che controlla Google e YouTube. La sua busta paga è esplosa grazie ad un maxi premio azionario che da 218 milioni di dollari. Eppure l’anno scorso non è stato tra quelli indimenticabili. I profitti sono scesi, il valore del titolo si è quasi dimezzato e, soprattutto, il gruppo ha annunciato 12mila licenziamenti. Ma premio, la cui erogazione è prevista ogni 3 anni, doveva essere e premio è stato. L’amministratore delegato ha ricevuto inoltre 2 milioni di dollari come “fisso” e altri fondi per coprire varie spese. Nel 2021 Pichai aveva ricevuto un compenso di “soli” 6,3 milioni, senza premi. Due anni prima però, nel 2019 aveva incassato invece 281 milioni, incluso un pacchetto di azioni simile a quello accordatogli adesso. Benché ragguardevoli, gli stipendi dei colleghi dell’a.d. sono poca cosa. Il vice presidente Prabhakar Raghavan e il responsabile del business Philipp Schindler hanno incassato 37 milioni a testa. Il responsabile finanziario Ruth Porat 24,5 milioni. Di fronte alle ondate di licenziamenti che stanno interessando il settore Tim Cook, amministratore delegato di Apple, si è ridotto il compenso per il 2023 dopo le polemiche per il suo maxi salario, oltre 100 milioni, dei due anni precedenti.

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