Cultura

I 500 anni dalla morte del Perugino, un itinerario tra arte e verdi paesaggi per scoprire l’artista “testimonial” della regione Umbria

di Giuliana Lomazzi

Non solo fiori e gemme: la primavera umbra è tutta un fermento, e l’estate promette di fare altrettanto. La regione celebra infatti con vari eventi l’anniversario della morte di un suo grande figlio, il pittore Pietro di Cristoforo Vannucci detto il Perugino, scomparso nel febbraio del 1523 a Fontignano e nato nel 1448 circa a Città della Pieve, al limitare tra Umbria e Toscana.

Nel mezzo, fu tutta una fervente attività tra Firenze e Perugia, dove il pittore gestiva due importanti botteghe, e Roma, dove tra l’altro realizzò un ciclo di affreschi nella cappella Sistina (1482). A fine vita Perugino poteva vantare un profluvio incredibile di opere e una fama che, nei momenti d’oro, ne fece il pittore più desiderato dei Vip dell’epoca. Del resto, scusate se è poco, fu allievo di Andrea del Verrocchio, nel cui laboratorio fiorentino lavorò con Leonardo, Botticelli e Ghirlandaio, e fu maestro tra gli altri di Raffaello.

Oggi Perugino, il testimonial della regione Umbria, conduce i turisti a spasso tra borghi e verdi colli. Noi piuttosto lo inseguiremo, a partire dal suo luogo natio, la rossa Città della Pieve.

Rosso cotto
Allungato in cima a un colle, già a distanza il borgo attrae lo sguardo con le sue case e mura di mattoni rossi. Varcata Porta Fiorentina si può scegliere di perdersi tra i suggestivi vicoli pievesi, delimitati da mura di mattoni che sfumano dal rosa al rosso. Possiamo infilarci nello stretto vicolo Baciadonne, che con i suoi 70 cm circa di larghezza promette dolci abbracci… Ma Perugino ci aspetta, perciò proseguiamo lungo la strada a lui dedicata, la via Vannucci, facendo attenzione al portale dell’Oratorio di Santa Maria dei Bianchi che, quasi inosservato, ci spalanca il mondo del maestro. Stupore: davanti a noi, un’intera parete affrescata. È l’Adorazione dei Magi (1504). Un primo assaggio, ma già si capisce il perché del soprannome di “divin pittore”. Pose aggraziate, finezza dei tratti, gesti lievi, “dolcezza ne’ colori unita” – Vasari dixit. In primo piano, trenta figure a grandezza naturale; molte altre, più piccole e sfumate, sullo sfondo. Il tutto immerso in un’atmosfera serena e armoniosa, cui contribuisce il paesaggio che in Perugino è più di uno sfondo: è un protagonista al pari delle figure umane. Ci sono alberi, colline e l’azzurro di un lago che sfuma nel cielo. Seppure idealizzato, è il paesaggio umbro, con i suoi dolci saliscendi e lo specchio del Trasimeno. Per averne un assaggio “dal vero” potete estasiarvi davanti ai panorami offerti da Città della Pieve, ma senza trascurare il Duomo, composito edificio che accoglie altri tesori perugineschi. In una cappella della navata sinistra ecco il Battesimo di Cristo (1510): Gesù e il Battista affiancati da angeli, il nastro chiaro del fiume ai loro piedi e il lucore del cielo all’orizzonte, colline e alberi stilizzati, e su tutto la bianca colomba; una simmetria vincente e suggestiva. Da un’altra cappella ci osserva serio un autoritratto del pittore, ma lo sguardo è già attirato da una grande tavola del 1514 dietro l’altare maggiore, Madonna in gloria e santi. Sopra, Maria in trono con il Bambino circondata da cherubini; sotto, i santi Pietro e Paolo affiancati da Gervasio e Protasio, protettori della città. Uscendo dalla chiesa, cercate in fondo alla piazza la lapide che indica la casa natale del “primo maestro d’Italia”.

Tuffo nel verde
Per penetrare a fondo nel paesaggio dipinto da Perugino niente di meglio che una puntata verso il Trasimeno. Gli occhi si riempiono di serenità e armonia: boschi, oliveti, borghi aggrappati in cima a poggi, infine le acque azzurrine del lago. Era davvero ben ispirato il nostro pittore… Raggiungiamo Castiglione del Lago, cinta da alte mura di pietra, passeggiamo tra le sue stradine e scopriamo dall’alto il bellissimo panorama del lago con le tre isole (Maggiore, Minore e Polvese). Qui, da giugno la commemorazione di Perugino andrà di pari passo con quella di Luca Signorelli, pittore nato nella vicina Cortona e anch’egli morto 500 anni fa. E ora, prua verso Perugia.

Full immersion artistica
Il gotico Palazzo dei Priori, nel cuore della città del cioccolato, accoglie la Galleria Nazionale dell’Umbria, dove fino all’11 giugno si potrà visitare la mostra “Il meglio maestro d’Italia”. Perugino nel suo tempo. L’esposizione è una ricca panoramica di opere del Perugino – di cui alcune provenienti da importanti musei italiani ed esteri – affiancate da quadri di altri artisti dell’epoca. Sette sezioni, con un fil rouge cronologico e tematico, seguono l’evoluzione del pittore dagli anni ‘70 del ‘400 ai primi del ‘500. Trasferimento ora nella sala delle udienze del Collegio del Cambio (1500), per la visita del ciclo di affreschi che tappezzano pareti e soffitto. Infine si raggiunge Fontignano, piccola frazione perugina dove il pittore lavorò a fine vita, per l’esattezza nella chiesa dell’Annunziata, che ora accoglie la sua tomba. Fine dell’itinerario, ma di Perugino, e di paesaggi, ci sarebbe ancora molto…

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