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Il ministro russo Lavrov a New York per presiedere il consiglio Onu. Polemiche per i visti negati ai giornalisti al seguito

Il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, è arrivato a New York, prima volta che il rappresentante del Cremlino si reca negli Stati Uniti dall’inizio del conflitto in Ucraina. Domani presiederà la riunione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu di cui la Russia ricopre la presidenza di turno. Ma è già polemica. Gli Stati Uniti hanno infatti negato all’ultimo momento i visti di ingresso ai giornalisti russi al seguito di Lavrov. “È un’evidente manipolazione della libertà di parola e violazione dei diritti dei giornalisti”, hanno commentato rappresentanti di Mosca mentre il viceministro Serghei Ryabkov ha avvertito: la Russia “non dimenticherà e non perdonerà”. Oggi Lavrov, reduce da un tour nel Sud America e a Cuba, incontrerà il segretario generale Antonio Guterres per discutere di un possibile accordo sul grano, mentre non è in programma un incontro con il segretario di Stato americano Antony Blinken.

Tornando sulla vicenda dei visti negati Lavrov ha commentato “Sapevo che i colleghi americani sono rinomati per fare questo tipo di cose ma ero sicuro che questa volta, vista l’elevata attenzione, sarebbe stato diverso. Mi sbagliavo”. Il mancato rilascio dei visti ai giornalisti rischia di complicare i possibili negoziati per il reporter del Wall Street Journal Evan Gershkovich, arrestato per spionaggio in Russia, oltre che alzare ancora di più la tensione sull’Ucraina. La Russia ha dedicato la sessione di domani al tema “Multilateralismo efficace attraverso la difesa dei principi della Carta delle Nazioni Unite”. L’ambasciatrice americana all’Onu Linda Thomas-Greenfield si farà portatrice di una visione del multilateralismo che affonda le radici nel “desiderio di risolvere sfide condivise” e lavorare “insieme” a sostegno dei principi di sovranità, integrità territoriale e diritti umani. “Continueremo a denunciare le bugie e la disinformazione russa”, ha aggiunto la missione americana. Gli ambasciatori europei, incluso l’italiano Maurizio Massari, rilasceranno una dichiarazione prima dell’avvio dei lavori del Consiglio di Sicurezza.