Cronaca

Marcello Vinci, il caso del 28enne morto in Cina. Chiesti 4000 euro alla famiglia per l’autopsia: “E per la salma ne vogliono 30mila”

È una storia che ha dei contorni drammatici quella di Marcello Vinci, il 28enne di Fasano morto in circostanze misteriose la notte tra il 5 e 6 marzo scorsi a Chengdu, in Cina, dove lavorava come insegnante. Vinci è stato trovato morto su un marciapiede e la polizia cinese, che in un primo momento aveva parlato ai familiari di suicidio, oggi, riporta Repubblica, parla più genericamente di “caduta dall’alto”. Cosa sia accaduto però quella notte è ancora tutto da accertare.

Intanto, però, le richieste che stanno arrivando alla famiglia di Marcello hanno dell’assurdo. L’ultima riguarda l’autopsia: per poter accertare con un esame e con delle indagini tossicologiche le cause della morte, la famiglia dovrà pagare, in anticipo, circa 4000 euro. Nel dettaglio, riporta il Corriere della Sera, il costo chiesto dalla Cina è di 4505 euro, diviso in 3695 per l’autopsia, 650 per gli esami tossicologici e di 160 euro per il trasferimento della salma dall’obitorio all’istituto e ritorno. Sì perché dal giorno della morte, oltre un mese e mezzo fa, la salma di Marcello non è mai rientrata in Puglia e neanche in Italia, e si trova ancora in Cina. Per riportarla in Italia “mi hanno chiesto 30mila euro, ma ci rendiamo conto?“, aveva raccontato pochi giorni fa la mamma di Marcello, Angela Berni, all’AdnKronos sottolineando di aver ricevuto anche l’opzione di “ricevere le ceneri a 10/12mila euro, tra l’altro fino a Milano e non fino a qui”.

Di sicuro, però, i familiari non vogliono rinunciare alla possibilità di far luce su quanto accaduto e quindi, scrive Repubblica, si avvarranno dell’autopsia. Anche perché potrebbe essere determinante per capire cosa sia successo quella notte. Il 28enne è stato trovato ai piedi di un grattacielo in via Minchan 123, cioè l’abitazione di un uomo cinese di 45 anni che il ragazzo ha conosciuto, secondo il racconto della mamma, “sui social solo il 3 marzo, appena tre giorni prima di morire”. I due, secondo il racconto del Corriere, avrebbero passato la serata insieme: il 45enne, sentendosi male, si sarebbe sdraiato su un letto, lasciando solo il 28enne. Solo dopo un po’ di tempo, sentendo un rumore, il 45enne si sarebbe alzato, vedendo il corpo ai piedi del grattacielo. Nella relazione della polizia cinese, arrivata alla famiglia, è scritto che il 45enne ha ripulito la casa dalle tracce della serata, nascondendosi in un armadio dopo aver chiamato i soccorsi. Fermato, è stato però rilasciato dopo 15 giorni.

“Non so nemmeno da quale piano sia caduto mio figlio, inizialmente mi avevano detto che fosse precipitato dalla finestra del suo appartamento, che tra l’altro nemmeno si apre – ha raccontato pochi giorni fa Angela Berni – Non so nulla, non mi hanno dato un nome, una foto di questo signore, non ho modo di rintracciarlo, di chiedergli per quale motivo abbia pulito tutta la casa e gli oggetti di mio figlio, nascondendone alcuni in un altro piano, perché abbia chiamato i soccorsi ma poi si sia nascosto in un armadio”.

Ora anche la Farnesina, che si è interessata subito della vicenda, sta cercando di capire come poter intervenire, anche economicamente, nella vicenda.

Foto Facebook Marcello Vinci