A Lampedusa è di nuovo emergenza migranti. Due naufragi sono avvenuti nelle ultime ore insieme a circa 21 sbarchi che hanno fatto arrivare sull’isola più di 800 persone, facendo salire il numero degli ospiti dell’hotspot a oltre 1000.
Nella notte un peschereccio tunisino, il “Mohamed Amine”, ha salvato 34 migranti dopo un naufragio di un barchino di sette metri avvenuto in area Sar italiana. Secondo i sopravvissuti, 26 uomini, 8 donne e sei minori, trasbordati su una motovedetta Cp319 della Guardia costiera e portati sull’isola siciliana, le persone a bordo del barchino in metallo erano 55: sei i morti accertati finora mentre gli altri risultano ancora dispersi.
La barca era partita alle 21 di sabato da Sfax, in Tunisia. I migranti a bordo, originari di Burkina Faso, Camerun, Costa d’Avorio, Guinea, Isole Comore e Sudan hanno raccontato d’aver pagato da 500 a 600 euro per il viaggio e che sul natante erano state caricate dieci taniche di carburante da venti litri ciascuna.
Un secondo barchino è poi affondato sempre al largo di Lampedusa. Quarantadue persone sono state soccorse dalla Guardia costiera, fra cui 5 donne e 3 minori, ma stando alle dichiarazioni dei naufraghi ci sarebbero tre dispersi, tutti uomini. Il gruppo ha riferito di essere salpato da Sfax, in Tunisia, alle 22 di sabato scorso, un’ora dopo rispetto al primo natante naufragato. In questo caso i sopravvissuti hanno riferito di essere originari di Benin, Camerun, Congo, Guinea, Mali, Sierra Leone e Sud Sudan.
E poi, ancora, un altro gruppo di 37 migranti, tra cui tre donne, è stato trovato dalla guardia di finanza a Cala Galera: anche questa imbarcazione, hanno detto i migranti, è salpata da Sfax. Il gruppo è composto da persone originarie di Costa d’Avorio, Guinea, Liberia, Mali, Nigeria, Senegal e Togo.
Nel giro di 24 ore in tutto sono stati oltre 21 gli sbarchi sull’isola: in totale 819 persone che mettono di nuovo in emergenza Lampedusa. Le motovedette di Capitaneria di porto e Guardia di finanza faticano a raccogliere tutti gli Sos e soccorrere i tanti barchini che vengono segnalati in area Sar o nelle acque antistanti l’isola. Gli sbarchi sono ricominciati domenica mattina dopo quattro giorni di stop dovuti alle cattive condizioni del mare: tutti i migranti sbarcati sono stati portati all’hotspot di contrada Imbriacola dove, all’alba, c’erano 1.094 ospiti, a fronte dei poco meno 400 posti disponibili.
I 21 barchini, secondo le prime informazioni tutti partiti da Sfax tranne uno partito da Chebba, erano riempiti con gruppi da 35 a 47 migranti, provenienti appunto da Costa d’Avorio, Gambia, Ghana, Guinea, Mali, Senegal, Sierra Leone, Nigeria, Burkina Faso, ma anche dal Sudan. Secondo l’alto commissario delle Nazioni Uniti ci sono “milioni di persone in fuga nella regione” e solo negli ultimi giorni ci sarebbero “tra le 10mila e le 20mila persone in fuga dal conflitto nella regione sudanese del Darfur che cercano rifugio nel vicino Ciad”.
Nei gruppi arrivati nelle ultime ore a Lampedusa, anche tante donne e bambini. Le imbarcazioni su cui si muovo, natanti in metallo di 6 o 7 metri, sono stati ritenuti dalla Procura di Agrigento “bare galleggianti” perché si ribaltano immediatamente a causa della scarsa tenuta del mare.