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Ucraina, Washington Post: “Gli Usa hanno convinto Kiev a non attaccare la Russia”. Possibile scambio di prigionieri

Gli Stati Uniti hanno convinto l’Ucraina a non compiere attacchi contro la Russia nel primo anniversario della guerra. Secondo quanto riporta il Washington Post, il 22 febbraio – due giorni prima dell’anniversario dell’invasione russa – la Cia aveva fatto circolare un documento in cui si affermava che le forze ucraine, “su richiesta di Washington”, avevano deciso di posticipare gli attacchi in programma. Le ipotesi che Kiev stava valutando erano diverse, incluso un attacco alla città portuale di Novorossiysk, in quella che doveva essere un’operazione simbolica che avrebbe dimostrato la capacità dell’Ucraina di colpire all’interno del territorio nemico. I leak trapelati nelle ultime settimane (con centinaia di documenti classificati diventati pubblici, ndr) dimostrano come la volontà dell’Ucraina di colpire la Russia sia stata in alcune occasioni limitata dagli Stati Uniti, che vogliono evitare una escalation del conflitto. Nei documenti non si spiega con precisione chi sia intervenuto e perché gli ucraini abbiano accettato la richiesta. Alcuni funzionari statunitensi ritengono gli attacchi alla Russia, specialmente se vedono coinvolte armi fornite dagli Stati Uniti, come operazioni altamente rischiose che potrebbero spingere il presidente russo Vladimir Putin a ricorrere all’uso di armi nucleari tattiche.

Intanto secondo il capo dell’intelligence militare ucraina Kyrylo Budanov, in un’intervista a Rbc-Ucraina l’Ucraina si avvicina allo scambio totale dei prigionieri con la Russia: “Il nostro Paese si sta avvicinando ad uno scambio “tutti per tutti” con la Russia, ed è reale. Sì, in linea di principio ci stiamo avvicinando a questo. Guardiamo di nuovo i numeri. Ad oggi, sono già stati scambiati più di 2.200 prigionieri. Si tratta di un caso senza precedenti nella storia: nessuno ha mai fatto una cosa del genere. Tutti gli scambi avvengono dopo la fine delle ostilità e non durante”, ha chiarito. Dall’inizio della “guerra l’Ucraina ha liberato 2.238 persone dalla prigionia russa, 140 delle quali sono civili” ha annunciato il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky in una conferenza stampa congiunta con il primo ministro dell’Estonia Kaya Kallas, citato da Ukrainska Pravda. “In questo periodo (la guerra, ndr) abbiamo liberato dalla prigionia 2.238 persone… Di queste 140 sono civili. Stiamo lavorando al rilascio sia dei militari sia dei civili… Lavoriamo costantemente e continueremo a farlo”. Yevgeny Prigozhin, fondatore del gruppo privato paramilitare Wagner, ha affermato che i suoi mercenari non faranno più prigionieri tra i soldati ucraini ma “li uccideremo tutti sul campo di battaglia”. Prigozhin ha così commentato un audio pubblicato lo scorso 23 aprile sul canale Telegram Wagner’s unloading. Si tratterebbe dell’intercettazione di una conversazione tra militari ucraini, che parlano però in russo, nella quale verrebbe presa la decisione di uccidere un prigioniero della Wagner ferito. Kiev non ha rilasciato commenti sull’argomento, anche perché non si capisce a chi appartengano le voci. Ma per Prigozhin si tratta della “prova” della “esecuzione di un prigioniero”. Prigozhin ha quindi dichiarato in un audio: “Uccideremo tutti sul campo di battaglia. Non faremo più prigionieri”. Prigozhin ha anche chiarito che il gruppo Wagner non conosce attualmente il nome del prigioniero presumibilmente ucciso dai militari ucraini.

Intanto un drone imbottito di esplosivo è stato trovato in una foresta vicino a Mosca, non lontano da una cooperativa di giardinaggio a est della capitale come ha riferito all’agenzia di stampa Tass un funzionario delle forze dell’ordine. “Un drone caduto e imbottito di esplosivo è stato scoperto vicino alla cooperativa di giardinaggio Zarya, nella località urbana di Bogorodskoye”, ha affermato il funzionario. Il drone, che si era spezzato in due, è stato trovato domenica ed “è stato portato via per una verifica che stabilirà chi l’ha lanciato e dove si dirigeva”.