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Verissimo, la confessione di Yari Carrisi: “Fino al 2020 ero convinto che Ylenia fosse viva”. Romina Power: “Io non credo alla polizia”

Durante la puntata andata in onda ieri 23 aprile, Romina e Yari si sono raccontati, tornando a parlare della scomparsa di Ylenia

di Paolo Aruffo

Tra gli ospiti di Silvia Toffanin nel salotto di Verissimo anche Romina Power e il figlio Yari Carrisi. Durante la puntata andata in onda ieri 23 aprile, Romina e Yari si sono raccontati, affrontando anche un doloroso argomento. Quello di Ylenia, di cui si sono perse inspiegabilmente le tracce nel gennaio del 1994, mentre si trovava in America. “Cerco di non soffermarmi sulla nostalgia del passato e di vivere nel presente”, ha detto Romina, rivelando che, facendo un trasloco, è tornata indietro nel tempo. Ai momenti gioiosi ma anche dolorosi: “Mi è tornata davanti tutta la mia vita, è come smuovere uno stagno dove ci sono bellissimi fiori e poi di colpo ti riaffiora tutto e a volte non è facile – ha spiegato Power -. Ho trovato tante cose di Ylenia, sto scoprendo quello che avevamo in comune. A volte ci vogliono quei momenti lì per scoprire veramente l’essenza di una persona, perché nella vita siamo presi ogni giorno dalle cose quotidiane ma quando ti soffermi un attimo, puoi veramente avere delle percezioni diverse”. “Tu che rapporto avevi con tua sorella Ylenia”?, ha domandato la padrona di casa a Yuri. “Lei era la mia bussola – ha detto Yari, 50 anni appena compiuti -. Era l’unica che capiva veramente quello che avevo passato. Aveva voglia di esplorare, una bellezza e un grande coraggio. È stato difficile perché non solo ho perso una sorella ma anche un modello. Ho perso il mio faro”.

Yari era in Sud America quel Natale del ’93 la sentì al telefono ma non le disse nulla perché desiderava farle una sorpresa: “Ho fatto la qualsiasi per arrivare da lei, ma quando sono arrivato una signora mi aveva detto che era appena partita. Ci siamo persi per 24 ore”. Quindi Toffanin ha chiesto: “Tu che idea ti sei fatto in questi anni?”. “Fino al 2020 pensavo che fosse da qualche parte, in giro. Poi sono andato a New Orleans, ho ripercorso i suoi passi, ho parlato con delle persone coinvolte all’epoca e ho capito che forse, insomma...”. La frase si rompe a metà. Quindi Yari, seguitando a parlare del drammatico episodio: “Io non credevo nella storia della polizia, quella della ragazza che si gettò nel fiume. Era un po’ sbadata, hanno preso tutto con leggerezza”.

Romina, tagliente: “Io non credo alla polizia e non credo sia sbadata, troppe ragazze spariscono in quella città“. “Tu (Romina, ndr) ne parli al presente, ancora. Invece Yari al passato”, ha aggiunto la presentatrice. I due hanno annuito. “La porta è sempre aperta – ha sottolineato Yari -. Però che cosa vuoi fare?”. “Vivere così è terribile”, ha aggiunto Silvia Toffanin commossa. “Sì, ed è stato un continuo, su tanti fronti. Anche i media sono andati contro di noi, da una parte ci guadagnavano, dall’altra ci usavano, ci accusavano di cose inesistenti. È stato un circo. Ormai mi sono anestetizzato al dolore, ma i primi anni io segretamente pensavo che lei stesse facendo un viaggio incredibile, che fosse diventata una sciamana“. “Dopo tutto questo dolore sei andato in India, sei stato il primo. Poi hai portato anche la mamma, so che lì sei riuscito a ritrovare un equilibrio nella tragedia”, le parole della conduttrice del programma di Canale 5. “Sì, ho pensato che anche a Ylenia sarebbe piaciuto tantissimo”, ha detto Yari. Che infine ha concluso con una battuta per smorzare la tensione: “L’India è l’ombelico del mondo, quando sono lì sto bene. Ma alla fine il posto più figo del mondo è la Puglia“.

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