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75 Hard Challenge, la sfida estrema per dimagrire e trovare la propria “forza mentale trasformativa” in due mesi e mezzo: pericoli e controindicazioni

Su TikTok spopolano i video delle 'trasformazioni' e l'hashtag #75hardchallenge ha superato 958 milioni di visualizzazioni

Se utilizzate assiduamente i social e siete appassionati di fitness o di cucina, è probabile che vi siate imbattuti nella 75 Hard Challenge. Se, invece, non la conoscete, siete nel posto giusto per scoprire di cosa si tratta. A raccontarlo nei dettagli è Forbes Health. La sfida è stata creata nel 2019 dall’imprenditore Andy Frisella, podcaster e CEO della società di integratori 1st Phorm. Questi i punti fondamentali da seguire: seguire una dieta in cui non siano consentiti alcol o pasti al di fuori di quelli prescelti nel piano alimentare. Completare due allenamenti al giorno di 45 minuti ciascuno, uno dei quali dev’essere all’aperto. Scattare foto quotidianamente per documentare gli eventuali progressi. Bere 3 litri di acqua al giorno e leggere 10 pagine di un libro (gli audiolibri non sono inclusi). Se fallisci? Devi ricominciare tutto da capo. Una sfida, diventata quasi una moda, che avrebbe come obiettivo non tanto quello di “dimagrire” ma di rafforzare la propria “forza mentale trasformativa”. C’è chi ne ha tratto dei benefici. Come la personal trainer Sophie Banyard, che ha trovato il programma piuttosto impegnativo ma fattibile. “Mi ha insegnato molto su cosa puoi effettivamente inserire in un giorno se ci pensi“, ha detto, attribuendo poi alla challenge il merito di averle fatto togliere totalmente l’alcol dalla propria vita: “Una delle migliori decisioni che io abbia mai preso”. Anche il dietista del Colorado Noah Quezada ne è entusiasta: “Come professionista, sono favorevole alle persone che prestano maggiore attenzione alla loro alimentazione e alle loro routine di attività fisica, e il programma 75 Hard le incoraggia sicuramente. Uno dei principali vantaggi di questo programma è che promuove la coerenza. La coerenza è fondamentale quando si tratta di vedere i risultati di qualsiasi tipo di piano di salute e fitness”.

PERICOLI E CONTROINDICAZIONI: “RISCHIO INFORTUNI. ATTENZIONE SOPRATTUTTO AI GIOVANI” – Ma non è oro tutto quello che luccica. Lo stesso Quezada, infatti, pone l’attenzione sui rischi: “È molto restrittivo in termini di dieta e non consente alcun ‘cheat meal’ (pasto libero, ndr). Questa rigidità può rendere difficile attenersi a lungo termine e può persino portare a una relazione malsana con il cibo“. Aspetto, quest’ultimo, da tenere in considerazione e al quale noi di FQMagazine teniamo particolarmente, scrivendo spesso di DCA. Ma torniamo alla 75 Hard Challenge e ai suoi possibili effetti indesiderati, di cui ha parlato al Corriere anche Giuliano Ubezio, dietista e crossfitter: “Penso che questa challenge possa essere utile come punto di partenza per un cambiamento – ha spiegato Ubezio –. Ecco, questo è l’unico vantaggio che ravvedo, seppure molto secondario. Si tratta, in realtà, di una sfida molto rischiosa, pericolosa, inutile e fine a sé stessa. Ha preso piede tra i giovani che, spesso, hanno problemi di dismorfismo, un modo non corretto di vedere la propria persona notando piccoli difetti corporei che non esistono, da eliminare attraverso diete drastiche come la ’75 Hard Challenge’, che è molto rigida e prolungata nel tempo”. E ancora ha aggiunto: “Si dice: ‘Devi seguire una dieta’. Ok ma quale bisogna fare? Attività fisica due volte al giorno: la maggior parte delle persone non riesce a fare sport una volta alla settimana. Mi chiedo, inoltre, quale attività fisica? Io potrei fare uno sport che non è adatto a un’altra persona. Ognuno ha le sue caratteristiche”.

Secondo l’esperto, dunque, i punti del programma potrebbero avere un senso se presi singolarmente e personalizzati. E, oltretutto, non dovrebbero avere una ‘scadenza’: “Un cambiamento nello stile di vita deve essere costante e finalizzato al mantenimento di sane abitudini. Dal punto di vista clinico e sanitario questo programma non è consigliabile, non ha senso perché fornisce indicazioni troppo generiche”, ha infine concluso. Ultima, ma non per importanza, l’opinione di Saara Haapanen, dottoressa di ricerca, performance coach e personal trainer accreditata, che alla rivista statunitense ha detto: “È importante notare che 75 Hard non è supportato da ricerche scientifiche. Frisella ha scelto 75 giorni come durata del programma in base al proprio istinto, secondo un episodio del podcast 75 Hard. Sebbene i benefici dell’attività fisica siano ben documentati, 75 giorni senza possibilità di riposo potrebbero mettere i partecipanti a rischio di infortuni da sovrallenamento, a seconda di cosa scelgono per i loro allenamenti e qual è il loro attuale livello di forma fisica”. Infine ha concluso: “L’enfasi del programma sulla perfezione potrebbe anche influire negativamente su alcune persone“. Intanto su TikTok spopolano i video delle ‘trasformazioni’ e l’hashtag #75hardchallenge ha superato 958 milioni di visualizzazioni.

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