A Chioggia, in provincia di Venezia, i partecipanti alla manifestazione ufficiale per il 25 Aprile hanno dovuto intonare spontaneamente “Bella Ciao”, visto che i componenti della banda musicale sono stati diffidati a non suonarla, altrimenti sarebbero stati allontanati dal gruppo. È stato (secondo la ricostruzione dei giornali locali) un messaggino partito dal direttore della banda a imporre la censura. “Non suonate ‘Bella Ciao’, il sindaco non vuole. Potreste essere allontanati dalla banda cittadina” è il tenore del testo che ha raggiunto i telefonini dei musicanti, ma che è rimbalzato anche ad altre persone presenti sotto la Loggia dei Bandi. La banda ha ubbidito e le note della canzone del partigiano non sono risuonate. Siccome Anpi e Partito Democratico avevano colto qualche segnale in tal senso, hanno fatto partire il coro ugualmente. Una prima volta sotto i porticati, mentre gli amministratori già si stavano allontanando per partecipare alla mezza in chiesa, una seconda volta nell’auditorium cittadino.
Il sindaco leghista Mauro Armelao su Facebook ha però scritto: “Buon 25 Aprile! Viva l’Italia! Viva la libertà! Buon San Marco!”. Poi però ha dovuto ammettere che il divieto a suonare “Bella Ciao” c’era stato. “Sì, e c’è un motivo”. Nel 2022 la banda aveva suonato il motivo di fronte alla lapide che ricorda la partigiana Otilla Monti Pugno, che ospitò nella sua casa il Comitato di Liberazione Nazionale di Chioggia. Il fatto non fu gradito da un paio di assessori della giunta Armelao che lo esternarono al presidente della banda. Sarà un caso, ma nei mesi successivi i suonatori non vennero invitati alla Sagra del pesce, una tradizione per una città marinara come Chioggia. Così il programma delle musiche predisposto dal Comune prevedeva quest’anno solo l’Inno di Mameli e quattro marce.
Subodorando lo strappo, la consigliera comunale Barbara Penzo del Pd, ha scritto su Facebook il giorno precedente, come didascalia di una riproduzione del testo della canzone: “Apprendo che il sindaco e la sua giunta hanno deciso e imposto il loro programma musicale alla Banda cittadina vietando categoricamente di suonare ‘Bella ciao’. È gravissimo, confondere come ‘di parte’ un canto universale che simboleggia la lotta al nazifascismo e il desiderio di libertà. Significa avere una visione distorta della realtà, della storia e dei valori fondativi della Costituzione. ‘Bella ciao’ è la musica di chi ha combattuto. Non rappresenta alcun partito. I partigiani non rappresentano alcuno schieramento politico”. E ha concluso: “Io, noi, canteremo ‘Bella Ciao’, perché a volte, come la storia ci insegna, bisogna disobbedire!!!!”.