Politica

Il 25 aprile continui a essere divisivo: nessuna pacificazione con chi rimane ambiguo

di Cristian Giaracuni

C’è una parola dai contorni pelosamente ambigui che aleggia su questo 25 aprile: pacificazione. Una parola che la destra al governo già da tempo si propone di brandire come una clava per riscrivere la storia di questo paese e imporre un insopportabile revisionismo che scagiona il fascismo e pone la Resistenza sullo stesso piano dei carnefici.

Pacificazione in fondo è una bella parola, che sarebbe appropriata se in Italia ci fossero due fazioni in lotta a cui ascrivere eguali colpe ma meritevoli della stessa dignità. Ma la pacificazione non è ciò che serve all’Italia repubblicana del 2023, figlia di quella Resistenza e cresciuta intorno ai valori antifascisti della Costituzione, per risolvere il conflitto tra chi rivendica l’antifascismo come valore fondativo e coloro che invece insistono nella difesa di un regime liberticida e criminale che ha condotto l’Italia alla devastazione.

Per questa destra, diretta discendente di un movimento neofascista, l’Msi, di cui Fratelli d’Italia conserva orgogliosamente il simbolo, che ogni giorno si abbandona a insopportabili rigurgiti revisionisti, pacificazione significa parificazione. Perché la pacificazione che questa destra immagina si basa sulla legittimazione di quel passato nero da cui proviene. Una legittimazione che non può che discendere dalla parificazione tra le due fazioni in lotta nell’Italia occupata dai nazisti: fascisti e partigiani. Tutti colpevoli allo stesso modo. Tutti responsabili di atrocità uguali e contrarie.

Da una parte la realizzata dittatura fascista, dall’altra quella programmata dei partigiani comunisti. Torture da una parte e torture dall’altra. Tutti colpevoli, nessun colpevole: la colpa è tutta della guerra. E così la pacificazione diventa un gigantesco trucco con cui condonare tutte le responsabilità del fascismo e guardare avanti.

Personalmente rifiuto quest’idea di pacificazione che ha in mente la destra, fondata sul revisionismo e sull’ignoranza. E non ho nessuna intenzione di scendere a compromessi con chi si ostina a guardare al fascismo come ad un regime che “ha fatto anche cose buone”, vittima di due errori esiziali ma quasi involontari come le leggi razziali e l’alleanza con Hitler.

Questa di fatto è la lettura tendenzialmente assolutoria che la destra di Giorgia Meloni dà del fascismo, e perciò non meritevole del bando eterno che la democrazia gli ha giustamente riservato. La destra si rifiuta di accettare ciò che la storia ha accertato oltre ogni ragionevole dubbio e cioè che il fascismo ha distrutto lo stato liberale, ha assassinato gli oppositori, ha coartato la libertà di stampa, ha messo fuori legge i sindacati e i partiti di opposizione, ha imposto la propria visione razzista attraverso le guerre coloniali e poi con le infami leggi razziali. E dulcis in fundo ha precipitato il paese nel caos della guerra al fianco dei nazisti.

La resistenza dei comunisti, dei socialisti, dei cattolici, degli azionisti, dei liberali, ha invece combattuto per far cessare tutto quel mostruoso delirio. E non ci può essere parità tra vittime e carnefici, tra oppressi e oppressori. Non ci può essere pacificazione finché la destra non smette di pretendere la redenzione del fascismo propinando una falsa versione della storia e finché non si decide a rinnegare quel passato infame, di cui invece pare andare orgogliosa, imparando a leggerlo nel suo abominevole complesso.

Il 25 aprile non ci sarà pacificazione con questa destra incapace di dichiararsi antifascista proprio perché non vede nel fascismo, al netto delle ipocrisie, nulla da bandire. Per conservare il suo senso e il suo valore la festa della Liberazione deve continuare ad essere divisiva e a separare gli antifascisti da tutti gli altri perché di una pace ipocrita, francamente, non abbiamo bisogno.

Il blog Sostenitore ospita i post scritti dai lettori che hanno deciso di contribuire alla crescita de ilfattoquotidiano.it, sottoscrivendo l’offerta Sostenitore e diventando così parte attiva della nostra community. Tra i post inviati, Peter Gomez e la redazione selezioneranno e pubblicheranno quelli più interessanti. Questo blog nasce da un’idea dei lettori, continuate a renderlo il vostro spazio. Diventare Sostenitore significa anche metterci la faccia, la firma o l’impegno: aderisci alle nostre campagne, pensate perché tu abbia un ruolo attivo! Se vuoi partecipare, al prezzo di “un cappuccino alla settimana” potrai anche seguire in diretta streaming la riunione di redazione del giovedì – mandandoci in tempo reale suggerimenti, notizie e idee – e accedere al Forum riservato dove discutere e interagire con la redazione. Scopri tutti i vantaggi!