Politica

Il senatore Borghi lascia il Pd per Renzi: “Con Schlein è la casa di una sinistra massimalista”

Il senatore Enrico Borghi lascia il Pd di Elly Schlein: “È diventato la casa di una sinistra massimalista figlia della cancel culture americana, che non fa sintesi e non dialoga”, dice in un’intervista a Repubblica, annunciando il passaggio a Italia viva per lavorare a “un nuovo progetto riformista alternativo alla destra”. C’è “un elettorato moderato che ha bisogno di una casa. Dobbiamo impedire che vada in porto il progetto di Giorgia Meloni di lanciare un’opa sui moderati italiani“, spiega. “Ho fatto diverse interviste dopo l’elezione di Schlein e ho posto i temi della sicurezza e della difesa, dei cattolici e dei democratici, di una necessità di una sintesi tra culture. Su questi argomenti non ho ricevuto alcuna risposta e come sappiamo in politica i silenzi contano più delle parole. Invece ho sentito parole chiare su un altro versante, e cioè sull’utero in affitto: la segretaria del Pd si è detta favorevole contando, bontà sua, di parlarne con il partito che guida”, attacca Borghi.

Il senatore era stato indicato dal Pd come componente del Copasir (il Comitato parlamentare di vigilanza sui servizi segreti), ma non ha intenzione di lasciare la carica: “Se fossi stato presidente del Copasir mi sarei dimesso, ma permanendo nella mia condizione di parlamentare di opposizione rispetto la prassi parlamentare e anche il ruolo per il quale sono stato indicato”. Una tesi che non convince i dem, che ora si trovano con un solo rappresentante nell’organismo (il presidente Lorenzo Guerini) mentre Italia viva ne ha due. Borghi si trasferirà nel gruppo Azione-Italia viva del Senato, anche se la scorsa estate sembrava non credere molto nel progetto: “È evidente che sono un cartello elettorale destinato a smontarsi la sera delle elezioni. Motivo in più per non sciupare voti“, scriveva. Deve aver cambiato idea.