Il ponte dello Stretto si farà? Allora alt ai fondi già impegnati: tutto da rivedere. Questo è ciò che emerge dalla delibera con cui la Corte dei conti ha valutato gli investimenti sul rinnovo della flotta navale. Un investimento complessivo di 500 milioni, di cui 80 sono per il rinnovo della flotta per l’attraversamento dello Stretto: soldi già stanziati ma praticamente mai utilizzati tra procedure andate a rilento e gare andate a vuoto. Così adesso la Corte dei conti invita il ministero delle Infrastrutture guidato da Matteo Salvini, e Rete ferroviaria italiana a rivedere tutto anche in considerazione del fatto che le navi potrebbero non servire più “ove il Ponte entrasse in piena funzione secondo i tempi annunciati dal governo”. Così scrive la Corte dei Conti presieduta da Massimiliano Minerva. Ma l’affermazione solleva polemiche: “Dal ricatto, senza ponte non avrete nulla, c’è il rischio che si passi ai fatti: stop al miglioramento delle strutture e dei servizi nell’attesa del feticcio del ponte. È assolutamente necessario che tutti, per primi i sindaci delle città dello Stretto, intervengano” dice Elio Conti Nibali del neonato comitato Invece del Ponte. Anche la Uil trasporti dice la sua: “Qui la battaglia non è tra favorevoli e contrari all’attraversamento stabile, ma comprendere che da decenni aspettando un Ponte che resta solo nei desideri di alcuni l’area dello Stretto resta fuori da investimenti urgenti sulla mobilità tra le due sponde incrementando un gap infrastrutturale drammatico. Se si profilasse l’ennesimo scherzo politico sulla pelle dei siciliani, il territorio reagirà con una mobilitazione generale”, così interviene Michele Barresi, segretario generale Uil Trasporti Messina.
Ma cosa sta succedendo esattamente? La sezione della Corte dei conti che controlla la spesa dei fondi comunitari ha passato al vaglio il progetto del 2021 di “Rinnovo delle flotte di bus, treni e navi verdi”, un progetto per complessivi 500 milioni che prevedeva tre sub investimenti finanziati dai fondi del Piano nazionale per gli investimenti complementari al Pnrr. Tutti e tre gli investimenti hanno subito rallentamenti e tagli, stando alla delibera del collegio presieduto da Minerva. Ma è il sub investimento numero 2 a prendere in considerazione la costruzione del ponte. Perché? Si tratta di 80 milioni che erano stati stanziati per il rinnovo della flotta navale per l’attraversamento dello Stretto di Messina.
La finalità dell’investimento era la ibridizzazione delle navi Igina e Messina e la costruzione di una nuova nave ibrida, più l’acquisto di tre navi dual-fuel per sostituire mezzi ormai obsoleti. Questo il progetto iniziale che però ha subito rallentamenti e modifiche: “La gara originariamente prevista – scrivono i magistrati – dal D.M. 15.7.2021 ipotizzava, fra bando e aggiudicazione, un arco temporale di circa 6 mesi; la gara attualmente in essere ha già superato questa tempistica ed è palese come l’iter della procedura non stia dando prova di celerità (la commissione giudicatrice sta vagliando da circa quattro mesi le offerte di soli due operatori economici)”. Ma oltre ai rallentamenti a rimettere tutto in discussione adesso c’è il redivivo progetto del Ponte: “In merito al sub-investimento n. 2, il Mit e Rfi dovrebbero definire tempestivamente le linee strategiche che possano utilizzare nel modo più efficace possibile il budget stanziato dal Pnc per il rinnovo della flotta di Rfi, secondo criteri che tengano conto della possibilità di non utilizzare più le navi ovvero di utilizzarle in misura minore, ove il Ponte entrasse in piena funzione secondo i tempi annunciati dal Governo”.
Ricapitolando: gli 80 milioni stanziati per il rinnovo della flotta per l’attraversamento dello Stretto dal vettore pubblico non sono ancora stati spesi e adesso vanno rivisti in previsione della costruzione del Ponte: “Attendono questa costruzione da tutta la vita – ribadisce Conti Nibali – sono stati spesi più di 900 milioni finora e il Ponte non si è visto, nel frattempo non spendiamo 80 milioni del Pnrr per ritardi di varia natura e infine bisogna ancora rivalutarne l’opportunità in attesa del Ponte: è una dichiarazione di perenne paralisi per tutto questo territorio. Il Ponte non si farà e nell’attesa che non si faccia tutto dovrebbe restare fermo”.