Vi sentite ansiosi, stressati, irritabili, insicuri, e magari dormite male, avete i crampi allo stomaco, tensione al collo, una sensazione di mancanza di respiro, un senso diffuso di spossatezza? Non siete affatto i soli. Sono ben 9 su 10, certifica un sondaggio Eurodap, gli italiani che si definiscono stressati, e il 79 per cento quelli che dichiarano di vivere in un perenne stato d’ansia. Una condizione a cui fa capo un infinito elenco di sintomi, psicologici e fisici, tutti estremamente spiacevoli. Il fenomeno non può assolutamente essere sottovalutato – tanto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito lo stress addirittura “il male del secolo” – e non solo riguarda il nostro benessere emotivo, ma ha anche importanti correlazioni con una lunga serie di patologie, dall’ipertensione al diabete, dall’obesità alle malattie cardiache, neurologiche e dermatologiche.

Se accade, se ansia e stress han preso sempre più il sopravvento tanto da avvelenarci, è in gran parte perché non abbiamo (ancora) imparato una cosa in realtà indispensabile: a spegnere il cervello. E a “resettarlo” per poi ripartire con nuovo slancio. È ciò che insegna “Spegni sto c***o di cervello”, il Metodo Antistress – brillantemente scorretto e al tempo stesso assolutamente scientifico – della dottoressa Faith G. Harper, che, dopo aver raggiunto il primo posto nelle classifiche Usa, esce ora nelle librerie italiane, pubblicato da Libreria Pienogiorno. Il manuale – un salvavita per dire addio ad ansia, traumi e tutto quello che ci guasta l’esistenza, e ritrovare finalmente la serenità che meritiamo – ha venduto negli Stati Uniti oltre 4 milioni di copie, grazie a una formula diretta ed efficace: zero “menate” e dritti al punto, spiegando chiaro e tondo cosa è più utile fare e perché. “Ci sono libri che hanno successo e vengono consigliati dal passaparola dei lettori per una ragione semplice: funzionano”, certifica una recensione della Mental Heath Association. “Ed è proprio questo il caso”.

Psicoterapeuta di fama, autrice di numerosi bestseller e di TED talks di successo, la dottoressa Harper, che ha insegnato all’università di San Antonio per poi avviare il suo centro di psicoterapia in Texas, ha affinato nel tempo un proprio metodo che, con competenza, humour e una buona dose di sfrontatezza, illustra cosa succede nel nostro cervello e guida a un processo fondamentale: “disincasinarlo” innanzitutto, e quindi ri-addestrarlo a rispondere in maniera più appropriata alle situazioni della vita quotidiana, affrontando una volta per tutte vecchi o recenti traumi che sono quasi sempre alla base dei nostri disagi.

“Occorre partire da un dato di fatto importante” dice a IlFattoquotidiano.it, “e cioè che le probabilità di risolvere i nostri problemi e di stare meglio aumentano esponenzialmente se non ci concentriamo solo sui sintomi. Per esempio, se curiamo lo stress, l’ansia, o anche la depressione, senza cercarne le cause non stiamo facendo quello che è in nostro potere per migliorare davvero le cose. È come se vi venisse un’eruzione cutanea: potete trattare semplicemente lo sfogo e magari farlo anche passare per un po’, ma se non capite a cosa siete allergici è alquanto probabile che il problema si ripresenterà, magari in forma peggiore. Lo stesso vale per il cervello. Se riuscite a capire meglio perché fate le cose che fate, la parte relativa al miglioramento diventa molto più facile. E non è necessario spiegarlo con paroloni supercomplicati per ottenere l’unico risultato che ci serve davvero: ovvero che vi sia utile”.

“Molto di ciò che chiamiamo disagio psicologico” prosegue la dottoressa Harper “è in realtà un caso di chimica del cervello fuori controllo. E gran parte di tutto questo deriva dagli eventi stressanti o traumatici che abbiamo affrontato. Sono una terapeuta trauma-orientata, e ho la concreta esperienza di come i miei pazienti sembrino stare molto meglio e molto più in fretta dei pazienti dei miei colleghi che non includono la consapevolezza del trauma nella loro pratica clinica. Siamo stati abituati a ritenere i nostri poveri geni responsabili per tutti i diversi modi in cui reagiamo a una situazione di stress, ma ricerche recenti mostrano che solo il due-cinque per cento delle diagnosi deriva da un gene difettoso. Quindi adesso sappiamo che la causa dei problemi è molto più probabilmente l’ambiente che ci circonda, e il modo in cui reagiamo a esso. Perché i nostri stati di ansia e stress sono in realtà strategie adattive. Siamo configurati per l’autoconservazione e la sopravvivenza, ed è esattamente quello che fa il nostro cervello quando, per così dire, si comporta da schizzato. E a quel punto sentirsi incasinati diventa un circolo vizioso. Ci sentiamo strani. Deboli. Spezzati. Fondamentalmente difettosi. E questa è la sensazione più tremenda di tutte”.

Lo sappiamo bene: per la maggior parte del tempo il nostro cervello funziona che è una meraviglia; ci regala idee folgoranti, ricordi che scaldano il cuore, e ci sorprende perfino per la quantità di cavolate che riesce a tenere a bada contemporaneamente. Ma ogni tanto comincia a girare ininterrottamente a vuoto come l’ormai proverbiale criceto nella ruota, senza riuscire a fermarsi. Succede anche perché la parte del cervello che è atavicamente programmata per proteggerci non si è ancora adattata a distinguere il pericolo di una fiera che ci vuole mangiare da quello di un colloquio con il capo, o dai guai in famiglia, e nemmeno da quello del tizio che ci ha fregato il posto nel parcheggio, e si mette in ogni caso in allarme. In poche parole, non sempre sa riconoscere le situazioni di vera emergenza da quelle che non lo sono. Pensiamo troppo, e male. A questo si aggiungono poi le reali batoste che l’esistenza ci assesta. Ansia, stress, irritabilità e compagnia brutta sono tutte strategie di difesa. E visto che nella nostra vita di ogni di giorno di situazioni di questo tipo ne abbiamo a dozzine, il cervello, e di conseguenza noi, vive in perenne stato di allerta. In fondo lo sa che non si fa così, ma non riesce a farne a meno.

“Ma ci sono alcune importanti buone notizie” conclude la dottoressa Harper. “La prima, fondamentale, è: non siamo pazzi, affatto. E non siamo ‘sbagliati’. Quello che facciamo, quello che pensiamo e come ci sentiamo ha senso, maledizione. Sia che ci si ritrovi sulla difensiva pronti ad attaccare, oppure vagamente catatonici e come scollegati, è la nostra modalità di sopravvivenza a reagire. Il problema è quando succede in situazioni che non rappresentano reali minacce alla vita, ovvero quasi sempre. La seconda buona notizia è che si può rimediare. Si può davvero. Ho scritto il mio libro proprio pensando a chi ne ha fin sopra i capelli di sentirsi dire che è ‘troppo sensibile’, o che deve ‘imparare ad accettarsi’. A chi è stufo marcio di stare male, ma ancora più del fatto che alcuni credano che ci goda addirittura a stare male. Come se qualcuno potesse mai scegliere di essere infelice. Come se voleste essere infelici. Lo vedrebbe anche un cieco che non è così. Ma siete a un punto morto, e non avete idea del perché. Ecco, il mio libro parla proprio di questo: del perché siete infelici, o sfiniti, o ansiosi, o rabbiosi. Non di qualcuno in generale, ma proprio di voi, ognuno con la propria storia. Parla della vostra serenità perduta e, soprattutto, di come potete scendere dalla ruota dell’ansia e dello stress e, concretamente, ritrovarla”.

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