Stavano attraversando il ponte Antonivsky di Kherson, una delle città ucraine più colpite nel corso del conflitto con la Russia. Si stavano spostando come fanno tanti reporter inviati a seguire l’esito dell’invasione russa del Paese di Volodymyr Zelensky quando un proiettile ha mirato la loro auto, uccidendo l’interprete Bogdan Bitik e ferendo alla spalla l’inviato di Repubblica Corrado Zunino.
In una prima occasione era circolata la notizia che a colpire il mezzo che trasportava i giornalisti fosse stato addirittura un drone, ma il primo tweet pubblicato dal reporter della testata italiana contribuisce a fare chiarezza sulla dinamica: “In viaggio da Kherson verso Odessa. Sto bene, ho una ferita alla spalla destra, sfiorata dal proiettile che ha centrato il mio grande amico Bogdan. Credo sia morto, all’inizio del ponte di Kherson. Un dolore infinito. Avevo il giubbotto con la scritta Press“.
Sul sito di Repubblica si legge che “Bitik purtroppo non ce l’ha fatta ed è morto, lascia la moglie e un figlio”, mentre il giornalista italiano, “dopo essere stato ferito, è riuscito a mettersi in salvo trascinandosi lontano dal veicolo. È stato prelevato da un’auto che si trovava in zona e portato all’ospedale di Kherson”, dove è ricoverato. “I due reporter – prosegue il quotidiano – viaggiavano facendosi chiaramente riconoscere come giornalisti, indossando il giubbotto con la scritta ‘Press’. Entrambi hanno lavorato a lungo sul conflitto in Ucraina”.
A dare una ricostruzione più precisa è poi lo stesso reporter al telefono con la sua redazione: “Abbiamo passato tre check-point, Bogdan ha parlato con i militari ucraini e ci hanno fatto passare senza problemi. Non era una zona di combattimenti. Poi siamo stati colpiti, ho sentito un sibilo e ho visto Bogdan a terra, non si muoveva, ho strisciato fino a togliermi dalla fila del fuoco. Ho corso fino a quando non ho incrociato un’auto di un civile. Ero pieno di sangue, mi sono fatto portare fino all’ospedale di Kherson. Ho quattro ferite ma sono stato curato perfettamente. Ho provato più volte a chiamare Bogdan, non rispondeva. Era un mio grande amico, è una sofferenza atroce”.
Il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ha detto a SkyTg24 che “nel momento in cui ho appreso la notizia di questo evento infausto ho contattato le nostre forze militari che mi hanno dato i dettagli del caso. Sono entrati in contatto con il giornalista e faranno tutto quello che possono per aiutarlo”. Il ministro ha confermato che il collaboratore che accompagnava il giornalista di Repubblica è rimasto ucciso sotto i colpi dei russi: “Ai russi non interessa se sei russo, italiano o ucraino, loro semplicemente sparano”.
A confermare il coinvolgimento della squadra è stato anche il capo di gabinetto del presidente ucraino, Andriy Yermak: “I russi hanno sparato nell’area del ponte Antonivsky, è rimasto ferito un rappresentante della stampa straniera”, è la breve comunicazione diffusa. Nel primo pomeriggio di mercoledì, anche il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, era intervenuto per rassicurare sulle condizioni di Zunino: “Corrado Zunino, giornalista di Repubblica, rimasto ferito durante l’attacco di un drone a Kherson, sta bene ed è seguito dalla nostra Ambasciata a Kiev. Sono insieme al ministro Kuleba che mi ha assicurato la collaborazione delle autorità ucraine. Ho espresso solidarietà al direttore Molinari“. In quel momento, la notizia era che l’attacco era stato sferrato da un drone e che il reporter di Repubblica si trovava nell’ospedale cittadino fuori pericolo. Non era ancora trapelata la notizia peggiore: in quell’attacco è rimasto ucciso Bogdan Bitik.