Il celebre comico Dado, al secolo Gabriele Pellegrini, ha spiegato nelle scorse ore ai giudici del tribunale penale di Roma la sua versione dei fatti di una vicenda assurda e burrascosa che gli è gradualmente franata addosso
Difende la figlia dalla violenza dell’ex fidanzato, prende delle botte ed ora si deve difendere in tribunale per diffamazione. Il celebre comico Dado, al secolo Gabriele Pellegrini, ha spiegato nelle scorse ore ai giudici del tribunale penale di Roma la sua versione dei fatti di una vicenda assurda e burrascosa che gli è gradualmente franata addosso facendolo diventare da vittima a carnefice. Nel 2019 Dado pubblicò un post in cui si mostrò in primo piano con il naso insanguinato. Nel post si mise a raccontare della storia di sua figlia, all’epoca minorenne, e del suo ex fidanzato. “Nei giorni in cui si lasciavano arrivavano da lui messaggi sui social e in chat, minacce, offese”, scrisse Dado. “Mia figlia veniva trattata come una donna di strada. Una volta io mi sono ritrovato con la gomma della macchina bucata, Alice con gli occhiali da sole spaccati nel cortile della scuola. Gli insulti che le sono stati rivolti anche sui social erano davvero pesanti e volgari”.
Poi il fatto grave, almeno a detta del cabarettista, l’aggressione che subisce con l’ex fidanzato che gli rifila un pugno sul naso e che gli provoca la rottura del setto nasale. “Ha tentato di investirmi con la macchina e mi ha dato un pugno in faccia, ma i suoi avvocati hanno fatto di tutto per dimostrare che ho inventato tutto. Ho ricevuto ben tre denunce da parte dei suoi avvocati per diffamazione”. Come spiega l’agenzia Agi, il comico di Zelig “è a processo con l’accusa di diffamazione aggravata – sono però cadute le accuse più gravi di stalking e calunnia -, dopo essere stato denunciato da Federico Molteni, oggi maggiorenne ed ex fidanzato di Alice, figlia del comico. A ‘Dado’ è contestato il contenuto delle parole riferite a ‘Domenica Live’ nel 2019. Nella trasmissione, dopo aver condiviso una sua foto su Facebook che lo ritraeva ferito, col volto sanguinante, raccontò di essere rimasto ferito nel tentativo di difendere la figlia Alice dall’ex fidanzato un compagno di scuola di 16 anni”. Solo che quella colluttazione che portò in dote a Dado 30 giorni di prognosi venne archiviata dal tribunale dei minori.
Tanto che il comico esclamò: “Si sa che spesso la verità che ricostruiscono gli avvocati per difendere i propri clienti è lungi dalla realtà storica. Si sa che la verità processuale si basa sulle prove. Quello che gli avvocati non sanno ancora è quante prove sono state acquisite dal nucleo investigativo dei carabinieri di via Inselci sui reati commessi contro la mia famiglia”, aveva scritto il comico sul suo profilo Facebook. Insomma, da una parte Dado parla di aggressione con tentativo di investimento e poi il pugno; dall’altro c’è l’agguerrita difesa del ragazzino che sostiene che sia tutta un’invenzione. Per quest’ultima accusa oggi Dado è a processo come imputato e sarà chiamato in aula il 6 giugno prossimo. A fine giugno, paradossalmente, sarà invece Dado a finire sul banco dei soggetti offesi a seguito della sua denuncia iniziale. “Per colpa di questa vicenda non lavoro più, è stata la più grande destabilizzazione mentale dal mio lavoro. Da allora ho interrotto anche il mio format. Ho temuto per me e mia figlia, che ha pagato tanto per essere stata vicina a questa famiglia”, ha chiosato Dado durante la prima udienza in aula.