Sogni, progetti e ambizioni, la lunga conversazione spazia dall’attualità politica più stretta alla campagna elettorale di Obama cui partecipò da volontaria, dalla leadership femminile ai diritti Lgbtqi+
C’è già chi ironicamente l’ha ribattezzata la Nouvelle Vogue di Elly Schlein. A sorpresa, la segretaria del Pd ha rilasciato una lunga intervista all’edizione italiana del più iconico mensile di moda, per il quale ha anche posato in un servizio fotografico realizzato fa Enrico Brunetti. Sogni, progetti e ambizioni, la lunga conversazione spazia dall’attualità politica più stretta alla campagna elettorale di Obama cui partecipò da volontaria, dalla leadership femminile ai diritti Lgbtqi+. Pubblico e privato, dunque, segno di una precisa strategia di comunicazione cominciata anche con l’ospitata a Stasera c’è Cattelan, un mese fa. Non a caso, nell’intervista c’è spazio anche per una Schlein più intima e per molti versi inedita, come quando svela di rischiare spesso la sindrome di burnout (ammette di sentirsi “schiacciata” dal peso delle responsabilità), o quando racconta le sue passioni musicali o le scelte in fatto di abbigliamento.
ELLY SCHLEIN, IL RISCHIO BURNOUT E I VIDEOGIOCHI PER DECOMPRIMERE
Tra i passaggi più intimi, c’è quello relativo a come sta vivendo gli ultimi mesi, in particolare dalle primarie all’elezione a segretaria del Partito Democratico. Mesi intensi, nel quali non ha ancora trovato il modo di evitare il rischio burnout. “I rischi ci sono quando hai un lavoro che ti assorbe molto e che magari implica anche una responsabilità verso gli altri. A volte ti senti schiacciato”, ammette la segretaria del Pd. “Io provo a rimanere comunque sempre in contatto con me stessa, ad ascoltarmi, a capire quando sto tirando troppo e a difendere alcuni spazi”, dice. La sua ricetta? La decompressione. “La sera cerco di decomprimere guardandomi una serie tv oppure giocando alla PlayStation”.
LA VITA PRIVATA E L’OUTING ALLA FIDANZATA
La Schlein svela poi di sentirsi “un disastro”, non avendo ancora trovato un giusto equilibrio tra vita pubblica e vita privata. “Il crescente impegno politico ha implicato molte rinunce, per una come me che all’università, a Bologna, usciva praticamente tutte le sere. Ora questa parte è molto ridotta, cerco di difendere gli spazi di vita personale ma non è facile”, rivela a Vogue. E proprio riguardo alla sua sfera più intima, quella affettiva, parla delle foto pubblicate da Diva e Donna in cui è apparsa per la prima volta la sua compagna. Una paparazzata vissuta malissimo, spiega: “È stato un outing, che è sempre una forma di violenza come lei ha chiarito. Io concordo pienamente”.
UNA PERSONAL SHOPPER ESPERTA DI ARMOCROMA PER LA SEGRETARIA DEL PD
Uno dei passaggi dell’intervista che più sta facendo discutere in queste ore è quello in cui la segretaria del Pd dice che la rivoluzione del suo look sempre più radical chic è merito di una consulente d’immagine. La Schlein ammette di non sapere cosa sia il “power dressing” ma spiega che le sue scelte di abbigliamento dipendono dalla situazione in cui si trova. “A volte sono anticonvenzionale, altre volte più formale. In generale dico sì ai colori e ai consigli di un’armocromista, Enrica Chicchio”. Che per lei ha scelto colori freddi, contrastanti, saturi (oltre che tessuti ecosostenibili). Intervistata da Repubblica, la Chicchio racconta che la collaborazione è nata un anno e mezzo fa e si è consolidata negli ultimi mesi. Ma quali sono le sue tariffe? “In genere chiedo 140 euro all’ora, più Iva, per il lavoro sui colori. Sullo shopping, saliamo a 300 euro l’ora. Per il guardaroba dipende. Con Elly ho un forfait, ma ovviamente non posso parlare di cifre esatte”, precisa. Per lei ha scelto un look istituzionale ma senza stravolgerla.
TRA MUSICA, LIBRI E SERIE TV
L’intervista è ovviamente l’occasione per parlare delle sue battaglie politiche, delle sue attiviste di riferimento e dei temi a lei cari come l’ecologia (e qui svela di non possedere più un’auto, di usare molto la bicicletta, “o meglio la usavo perché me ne hanno rubate due nel giro di sei mesi e sono rimasta un po’ traumatizzata” e di viaggiare spessissimo in treno. “Mi interessa capire quali politiche mettiamo in campo per sostenere questa svolta nei trasporti”). C’è poi spazio anche per scoprire i suoi gusti in fatto di cinema, musica e serie tv. “Come genere amo i gialli con ambientazioni scandinave, paesini di montagna, boschi… Ma sono anche una fan di serie di culto come Stranger Things, Vikings, The Crown”, rivela. Quanto ai film, spazia dal coreano Kim Ki Duk a Quentin Tarantino, da Ken Loach ai classici del cinema italiano – come L’armata Brancaleone – “che guardavo in casa grazie alla collezione di videocassette di mio babbo”. La musica è una costante della sua vita, sin da quando, a 5 anni, suonava il pianoforte facendo “arrabbiare il maestro perché ogni tanto mi addormentavo sulla tastiera”. Poi ha continuato, da autodidatta, senza grandi risultati, “fino a quando ho comprato di nascosto coi miei risparmi una chitarra elettrica, avrò avuto 15 anni, per strimpellarla in qualche band. In questi ultimi tempi ho avuto poco tempo per ascoltare musica e ho capito che questo incide negativamente sulle mie giornate, sul mio umore. Come per il cinema, devo dirti che ascolto cose molto varie, ma soprattutto musica indie come i Mumford & Sons, i Radiohead e i canadesi Rural Alberta Advantage – una loro canzone, Four Night Rider, mi dà sempre la carica”.