Nel prossimo governo della Finlandia ci sarà l’estrema destra: lo ha annunciato Petteri Orpo, candidato premier uscito dalle elezioni del 2 aprile, e leader del Partito di Coalizione Nazionale (Pcn), che lo scorso 2 aprile ha sconfitto la premier socialdemocratica Sanna Marin. Nel nuovo esecutivo ci saranno dunque i Veri Finlandesi di Riikka Purra. La vera sorpresa di questa tornata elettorale è stato proprio il boom dell’estrema destra, che diventa la seconda forza del Paese e cresce ai massimi della propria storia. I negoziati ufficiali per la formazione del governo, che inizieranno il 2 maggio, riuniranno la Coalizione di Orpo, il Partito dei Finlandesi di estrema destra e due partiti minori, ha dichiarato in una conferenza stampa a Helsinki. “Sulla base dei negoziati di governo, propongo che il Partito della coalizione nazionale, i Veri Finlandesi, il Partito popolare svedese e i Democratici cristiani partecipino ai negoziati di governo. Durante la fase esplorativa, cercheremo una visione comune per risolvere le sfide che la Finlandia deve affrontare. Credo che con questa composizione si possano trovare delle soluzioni”, ha scritto Orpo in un tweet.
Il leader dei conservatori ha 53 anni, è sposato con due figli ed è stato eletto a capo del partito conservatore liberale finlandese ‘Kokoomus‘ nel 2016. Ha fatto parte di diversi governi in cui ha ricoperto incarichi da vicepremier, ministro delle Finanze, ministro degli Interni e ministro delle politiche agricole. Uno dei punti principali su cui ha basato la sua campagna elettorale è stata l’economia, con la promessa di diminuire il debito pubblico. Il sistema politico finlandese prevede che il capo del partito con il maggior numero di poltrone riceva un incarico esplorativo per poter formare un governo ed ottenere il supporto di una maggioranza parlamentare. Il partito della destra nazionalista è guidato dal 2021 dalla leader 45enne Riikka Purra che ha cercato di modernizzare l’immagine del partito e tra i suoi punti principali vuole ridurre l’immigrazione, usando la confinante Svezia come esempio negativo, in termini di politica di migrazione. Un importante dato di queste elezioni è la crescita dei grandi partiti e la perdita di voti di quelli minori quali il partito di Centro, i Verdi e il partito di Sinistra. I media finlandesi ipotizzano che si possa trattare di voto tattico in cui gli elettori hanno scelto i partiti più grandi per cercare di garantire che il loro schieramento politico vincesse, contro quello dell’opposizione.