Immaginate di passare un weekend diverso, fuori dalla frenesia, a contatto con la natura e riscoprendo le tradizioni, come la lavorazione a maglia e la tintura naturale. Nell’entroterra delle Marche, con uno sguardo rivolto ai Sibillini e l’altro al mare Adriatico, proprio lì dove ormai quasi sette anni fa la terra ha tremato, lasciando dietro di sé solo macerie e distruzione, tutto questo è stato possibile lo scorso fine settimana. La Fattoria La Rocca, nata dalla forza della famiglia di Giulia Alberti che si è trasferita alla Rocca di Montefortino, in provincia di Fermo, proprio durante il sisma del 2016, ha organizzato, insieme ad albergatori, ristoranti e guide dell’entroterra marchigiano il “Sibilla Knit”, un weekend di scoperta del territorio e di lavoro a maglia collettivo.
Insieme alle sue inseparabili pecore Sopravvissane, esemplari di ovino che hanno un lanaggio “di qualità altissima”, che la stessa ideatrice della Fattoria ha valorizzato con il progetto Sibillana, una filiera corta “al femminile”, Alberti ha realizzato un weekend alla scoperta del borgo di Montefortino con racconti sulle leggende della Sibilla Appeninica, e tintura naturale. “Questi eventi – spiega al Fattoquotidiano.it – sono molto in voga al nord Italia e ora, finalmente, anche qui nelle Marche”. Il weekend, racconta, ha confermato l’importanza delle sinergie tra più attori, dagli alloggi per dormire ai produttori di prelibatezza locali. Tutto per rilanciare quella terra ferita che non solo soffre una ricostruzione a rilento, ma anche uno spopolamento continuo.
“Gli ospiti sono arrivati da Firenze, Milano, Roma, Desenzano del Garda, Verona, oltre a qualche marchigiano – dice ancora Alberti – E il primo appuntamento, dopo i timori e i dubbi sulla buona riuscita, possiamo dire che è stato un gran successo per il territorio dei Monti Sibillini”.
Dopo l’evento per la Fattoria La Rocca, che oltre ad avere degli esemplari di pecore e a filare ha allestito un piccolo museo della lana, è arrivato anche un riconoscimento importante: la fondazione “European whool exchange”, che ha come missione quella di promuovere e facilitare l’uso della lana europea per attività artigianali in fibra come la maglieria terapeutica, ha inserito il piccolo museo tra tra i “musei e villaggi europei della lana”, facendolo diventare il quarto museo del gruppo, insieme ad altri tre in Galles, Croazia e Belgio.