ChatGpt è di nuovo disponibile per gli utenti in Italia. A 28 giorni dal blocco imposto dal Garante della Privacy, OpenAI ha annunciato che il software di intelligenza artificiale può essere nuovamente utilizzato. “Siamo entusiasti di accoglierli di nuovo e rimaniamo impegnati a proteggere la loro privacy. Abbiamo incontrato o chiarito le questioni sollevate dal Garante”, ha spiega un portavoce dell’azienda in una comunicazione ufficiale a pochi giorni dal termine ultimo, del 30 aprile, fissato dal Garante della Privacy italiano.
Lo scorso 31 marzo l’Autorità aveva aperto un’istruttoria e intimato di rendere irraggiungibile il sito dall’Italia, salvo un’immediata limitazione provvisoria del trattamento dei dati degli utenti italiani, rilevando “la mancanza di una informativa agli utenti e a tutti gli interessati i cui dati vengono raccolti da OpenAI, ma soprattutto l’assenza di una base giuridica che giustifichi la raccolta e la conservazione massiccia di dati personali, allo scopo di addestrare gli algoritmi sottesi al funzionamento della piattaforma”.
Già il 5 aprile i rappresentanti statunitensi di OpenAI avevano poi incontrato il Garante della Privacy in videoconferenza per trovare una soluzione condivisa in grado di risolvere i profili critici sollevati in merito al trattamento dei dati e quindi al rispetto della disciplina della privacy europea. Nei giorni successivi l’Autorità aveva spiegato che di aver dato alcune prescrizioni ad OpenAI da adempiere entro il 30 aprile riguardo a informativa, diritti degli interessati, utenti e non utenti, base giuridica del trattamento dei dati personali per l’addestramento degli algoritmi con i dati degli utenti.
Così facendo, aveva spiegato, il Garante sarebbero venute meno le ragioni di urgenza e sarebbe quindi stato possibile lasciar cadere il provvedimento di limitazione provvisoria del trattamento dei dati degli utenti italiani preso nei confronti della società statunitense, facendo tornare accessibile ChatGpt dall’Italia. Esattamente ciò che ora la società annuncia essere avvenuto. Adesso, come da accordi tra le parti, entro il 15 maggio OpenAI dovrà promuovere una campagna di informazione su radio, televisione, giornali e web per informare le persone sull’uso dei loro dati personali ai fini dell’addestramento degli algoritmi.
L’Autorità Garante ha espresso “soddisfazione” e ha spiegato di riconoscere “i passi in avanti compiuti per coniugare il progresso tecnologico con il rispetto dei diritti delle persone e auspica che la società prosegua lungo questo percorso di adeguamento alla normativa europea sulla protezione dati”. L’Autorità “proseguirà dunque nell’attività istruttoria avviata nei confronti di OpenAI e nel lavoro che porterà avanti la apposita task force costituita in seno al Comitato che riunisce le Autorità per la privacy dell’Unione europea”.