Non capita spesso di assistere a un processo civile che si trasforma in show musicale, con l’interrogato che impugna all’improvviso dal banco dei testimoni la chitarra acustica e comincia a cantare e a suonare. E’ successo proprio questo al processo civile che ha coinvolto la pop star britannica Ed Sheeran lasciando tutti i presenti esterrefatti. Davanti ai giudici di New York chiamati a decidere se abbia plagiato o no il brano ‘Let’s Get it On‘ di Marvin Gaye ha pensato bene di spiegare il suo punto di vista con parole e note. E li ha trovati tutti molto attenti. Per circa un’ora Sheeran ha descritto il processo creativo alla base del brano incriminato, con la chitarra in mano. Per far capire meglio la genesi del brano all’interno della sua carriera musicale ha sentito l’esigenza di mostrare in concreto il suo percorso. Cantando e suonando parti della canzone accusata di plagio.
Gli eredi del co-autore di Gaye sostengono che la popstar britannica e le etichette discografiche Warner Music Group e Sony Music Publishing devono loro dei soldi per il presunto furto del successo “Let’s get it on”. Il cantante nega, invece, di essere stato influenzato da brano in questione. Come è nata ‘Thinking Out Loud‘? la pop star spiega che la canzone è stata composta nel 2014 a casa sua in Inghilterra, a quattro mani: con l’amica e collaboratrice Amy Wadge. Tutto è iniziato durante una sessione di brainstorming con la frase: “Sto cantando adesso” (“I’m singing out now“), che si è trasformata ben presto nel titolo del brano che conosciamo. Il musicista ha poi spiegato che la canzone è stata a lui ispirata dal sentimento reciproco che legava i suoi nonni l’uno all’altra e dalla recente scomparsa del nonno. Ha poi specificato: “Traggo molta ispirazione dalle cose della mia vita e della mia famiglia”. Ma gli eredi del co-autore di Gaye, Ed Townsend, non la pensano così. Sono convinti che il cantante abbia rubato diversi elementi dal brano di Marvin. I loro avvocati hanno persino riprodotto un video di un concerto in cui Sheeran passa dal suonare il suo ‘Thinking Out Loud’ al classico soul di Gaye. Una sorta di auto confessione dell’artista?
La testimonianza di Sheeran è stata ascoltata alcuni giorni dopo che un musicologo, chiamato dai querelanti, aveva dichiarato che le due canzoni in effetti condividono diverse somiglianze. Ora sarà la giuria a dover decidere. Se determinerà che la pop star è responsabile di violazione del copyright, si avvierà una seconda parte del processo civile: quello del risarcimento economico. Capelli rossi, occhialuto, classe 1991, con un repertorio basato principalmente sul pop, il folk, il soul e il contemporary R&B, Sheeran è stato incluso dalla rivista Forbes, già nel 2015, fra le celebrità milionarie del globo. Possiede un patrimonio a molti zeri. Abbastanza per pagare quando richiesto se sarà condannato a farlo. Non è la prima volta che il cantante affronta un processo per plagio. Sheeran era già stato accusato di aver copiato anche ‘Shape Of You’ che rappresenta uno dei suoi più grandi successi. Ma in seguito è stato scagionato. Allora la città del processo era Londra, ora è New York. Una curiosità, Sheeran prima di iniziare a suonare davanti a giurati e testimoni ha ammesso con umiltà: “Non sono il chitarrista più talentuoso del mondo”.