Musica

Jack Out a FqMagazine: “X Salvarsi è un ‘progetto salvavita’ perché si rivolge alle persone rassegnate e sconfitte. Il destino si può riscrivere”

Il cantautore ligura all’ombra dei suoi testi nostalgici e delle sonorità emo/rock cerca di rappresentare una via d’uscita dagli umani drammi della vita, cercando di trovare una soluzione condivisa

di Andrea Conti

Il cantante ligure Jack Out, vero nome Giacomo Zunino, ha pubblicato il secondo album “X Salvarsi“, interamente prodotto da Moka e arrangiato da Fusix. Il progetto nasce dalla necessità di salvarsi da una serie di problematiche e situazioni che stavano trascinando Jack Out verso l’oblio. In tutto ci sono nove brani che spaziano dal country punk al metalcore. Jack Out presenterà dal vivo il nuovo progetto discografico con un tour a partire dal 30 aprile e che vedrà protagoniste città come Genova, Milano, Torino, Pisa, Vicenza e Bergamo.

Qual è il messaggio dell’intero album “X Salvarsi”?
È definito un ‘progetto salvavita’ perché si rivolge a tutte quelle persone in una condizione di rassegnazione, di sconfitta, di fallimento, di dolore. Lo scopo di questo album è quello di essere un po’ un ‘amico’ davanti al quale non sei in imbarazzo di nulla e dopo aver esplicato i tuoi tormenti lui con un semplicissimo ‘ti capisco’, ti porta via da quel luogo rassegnato in cui ti eri fossilizzato.

Da dove nasce la ricerca delle sonorità del disco?
La ricerca nasce inizialmente dal voler far incontrare il country con il pop-punk, anche se poi nel disco abbiamo sfiorato anche sonorità nu-metal ed ha una pasta molto più pop-rock che country.

Quali sono i tuoi riferimenti musicali?
Per farti tre nomi Linkin Park, Warren Zeiders e Zucchero. Sono i tre pilastri da cui siamo partiti, senza copiare niente e senza snaturare nulla.

Qual è il tuo obiettivo per il tuo futuro artistico?
Il mio obbiettivo è lasciare la mia impronta in questo genere musicale. La fama mi spaventa più che ammaliarmi, con la musica vorrei riuscire anche a far rivalutare il territorio da cui provengo. Vorrei anche insegnare, perché no, a tutti quei ragazzi che sono nati e cresciuti in un paesino sperduto, che sembrano destinati a non sognare, che in realtà il destino si può riscrivere.

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