Notte da dimenticare per la campionessa paralimpica di fioretto che, adesso, tramite un appello social, ha chiesto al ladro di restituirle il file della sua tesi di laurea
Il furto di effetti personali e alcune apparecchiature elettroniche, le ricerche senza risultati e, infine, il viaggio al commissariato di Villa Glori, a Roma. Per la campionessa paralimpica di fioretto, Bebe Vio (medaglia d’oro a Tokyo 2020), quella di giovedì è stata una notte da dimenticare. Ma facciamo un passo indietro. Intorno alle due del mattino, infatti, qualcuno ha portato via dalla sua auto un borsone che, fortunatamente, non conteneva nessun dispositivo medico per lei indispensabile. È stata la stessa atleta, in forza alle Fiamme oro, ad accorgersi del misfatto e allertare le autorità. Sul posto, a pochi metri da piazza Santiago del Cile, sono subito giunti i carabinieri e la schermitrice, che nel frattempo era riuscita a rintracciare le proprie AirPods (le cuffie bluetooth Apple, ndr), ha indicato loro la posizione segnalata dal cellulare. Le ricerche, però, sono state vane.
Solo ieri mattina, dopo alcune ore, Bebe Vio ha ricevuto il segnale di un air-tag legato al suo mazzo di chiavi, proveniente dalle strade confinanti con viale Parioli 75, non lontano dal supermercato Carrefour. Così, dopo una nuova telefonata, carabinieri e polizia hanno raggiunto la campionessa che, in modo dettagliato, ha descritto loro gli avvenimenti della notte precedente, raccontando di aver lasciato il proprio borsone in auto e non averlo più trovato al suo ritorno. Poi, ha anche mostrato il segnale, seppur captato a intermittenza, del dispositivo legato alle chiavi. Così, le forze dell’ordine hanno continuato a cercare sotto le auto parcheggiate, tra gli androni dei palazzi, nel cortile del supermercato e persino dentro ai cassonetti. Tutto senza risultati.
Anche con la geolocalizzazione fornita dall’air-tag (di cui probabilmente i ladri si sono subito sbarazzati), le verifiche di ieri sono continuate invano, fino a quando un agente non ha dovuto ammettere la resa: “Questi dispositivi possono essere precisi fino ad un certo punto, instabili comunque e soggetti ad un possibile errore”, ha constatato. L’atleta, allora, seguita dalle volanti della polizia, ha raggiunto il commissariato a bordo di una Smart grigia. Del suo borsone, però, neanche l’ombra.
Poche ore fa, Bebe Vio è tornata a commentare l’accaduto sui propri profili social: “Buongiorno a tutti, questa è la faccia disperata di una persona a cui hanno rubato la borsa l’altro giorno – ha esordito in un video –. Grazie a tutti perché ero appena tornata dal funerale di nonno; quindi, è stato molto piacevole finire la giornata con il furto della borsa”, ha ironizzato. Poi l’appello ai ladri: “Non importa nulla della borsa. Potete tenervi i soldi e tutto quello che c’è dentro. Vi chiedo per favore, dentro la borsa c’era il mio computer con la mia tesi scritta, finita, che devo consegnare. Ci sono anche quattro mesi di appunti di un’altra classe – ha continuato –. Dentro il computer c’è un file che si chiama JCU. Se tu sei il ladro e stai guardando questo video, mi puoi mandare tramite Dropbox o WeTransfer quella cartella con scritto JCU, che dentro ci sono gli appunti, la tesi e tutto quanto?” Tieniti tutto, ti prego, ma per favore ridammi gli appunti e la tesi, perché sono in crisi nera. Mi devo laureare tra poco e non voglio potermi non laureare. Ti prego”, ha concluso.