Alla fine il fallimento è stato pure certificato: le graduatorie “definitive” dei concorsi siciliani per il potenziamento dei centri per l’impiego hanno innescato ricorsi cui il Tar ha dato ragione e allora è meglio azzerarle e rifarle daccapo. Perché l’attribuzione del punteggio per i titoli di studio prevista nei bandi era un tale pasticcio che la Regione ha pensato bene di annullare i decreti di approvazione delle graduatorie con l’autotutela, lo strumento che permette alle pubbliche amministrazioni di fare marcia indietro, in altre parole di ammettere che “sì, abbiamo sbagliato”. Chi invece può dire un amaro “lo avevamo detto” sono gli ex navigator siciliani, lasciati a casa definitivamente lo scorso ottobre dal governo Meloni, convinto che ormai il potenziamento fosse cosa fatta. Nemmeno la Regione ci credeva, tanto che aveva provato a trattenerli. Tentativo inutile vista la fretta del nuovo esecutivo di archiviare tutto ciò che ha a che fare col Reddito di cittadinanza. Il risultato è un bel problema, perché delle 1.024 assunzioni annunciate a fine 2021, quando finalmente erano stati banditi i concorsi per il potenziamento dei Cpi siciliani, ad oggi entreranno in servizio solo 161 persone, quelle che hanno vinto il concorso per laureati, dove però i posti messi a concorso erano 537. Insomma, un disastro che è anche un’ipoteca sugli obiettivi del Pnrr e un pessimo biglietto da visita per la riforma del Reddito di cittadinanza che il governo intende presentare il prossimo primo maggio.
Il flop è nazionale: nel piano di potenziamento dei Centri per l’impiego lanciato nel 2019 erano previste 11.600 assunzioni, ma ancora a fine marzo le Regioni ne avevano completate solo 4.327, una su tre (dati del ministero del Lavoro). Con quattro Regioni ancora a quota zero: Basilicata, Calabria, Molise e Sicilia. E dopo quattro anni, se possibile, le cose vanno peggio. Proprio ieri la Sicilia ha comunicato l’annullamento delle graduatorie definitive dei due concorsi per diplomati banditi a fine 2021. Il primo, per “176 unità di personale a tempo pieno ed indeterminato (categoria C) – Profilo CPI-IAC – Istruttore amministrativo contabile“, si legge nel relativo comunicato dell’Assessorato alla Funzione pubblica regionale. Il secondo per “311 unità di personale a tempo pieno ed indeterminato (categoria C) – Profilo CPI-OML – Operatore mercato del lavoro“. A spingere la Regione a fare marcia indietro sono stati i troppi ricorsi che hanno denunciato discriminazioni nell’attribuzione dei punteggi ai titoli di studio e nella valutazione dei titoli di servizio. Un vero e proprio pasticcio, con i laureati del vecchio ordinamento, quelli delle lauree a ciclo unico, che si sono visti assegnare 1,5 punti e quelli del nuovo ordinamento con le lauree 3+2 che di punti ne hanno avuti 2,5 perché al punteggio della laurea triennale è stato aggiunto un altro punto per la laurea specialistica. Lo mette nero su bianco la stessa Regione, che cita le recenti sentenze del Tar siciliano e concorda sulla “fondatezza” delle ragioni dei ricorrenti. E decide quindi di evitare guai e annullare tutto in autotutela. Come non si fosse già perso abbastanza tempo, la Commissione esaminatrice nominata più di un anno fa dovrà rimettersi al lavoro e rivedere le graduatorie applicando i criteri stabiliti dal Tar.
Più del ritardo, però, pesa l’incompetenza dimostrata da una pubblica amministrazione incapace di fare le assunzioni necessarie, anche e soprattutto per raggiungere gli obiettivi del Pnrr. Per i Cpi della Sicilia si tratta di 487 assunzioni ferme al palo. Che si sommano ai 376 posti per laureati mai coperti perché anche quel bando è stato scritto male, con criteri di preselezione rivelatisi troppo restrittivi e, come non bastasse, con una parte dei vincitori che alla fine non ha firmato il contratto. “Un fallimento annunciato”, denuncia oggi l’Associazione Nazionale Navigator (ANNA). Anzi, erano stati proprio gli ex dipendenti di Anpal Servizi, fin dall’estate 2022, a predire il finale. Lo scorso 28 ottobre, due giorni prima di essere definitivamente licenziati, gli ex navigator siciliani pubblicavano un comunicato chiedendo un incontro urgente al presidente della Regione, Renato Schifani. Perché nei Cpi sotto pressione per l’avvio del programma Garanzia Occupabilità Lavoratori (Gol) legato ai fondi del Pnrr la carenza di organico mordeva, e i concorsi regionali per il potenziamento già mostravano pessimi segnali: “La graduatoria per Istruttori Amministrativi Contabili del concorso per diplomati, pubblicata solo pochi giorni fa a cinque mesi dalle prove, è già al centro di aspre polemiche per il criterio di attribuzione dei punteggi ai titoli di studio. Previsti numerosi ricorsi sulla base di precedenti pronunce del TAR”, scrivevano gli ex navigator quando ancora mancava la graduatoria per i 311 posti da Operatore del mercato del lavoro e su quella dei laureati, già falcidiata dai criteri di preselezione, era “buio completo”.
Sei mesi dopo, i fatti danno loro ragione: “Eravamo stati facili profeti”, scrive l’Associazione su Facebook. E aggiunge: “Non si capisce cosa si aspetti ancora a richiamare in servizio gli ex collaboratori Anpal Servizi per il tempo che sarà necessario a colmare gli attuali vuoti d’organico”. E chiedono a Schifani di reiterare la richiesta al governo, quella che in autunno era stata respinta dall’esecutivo Meloni, pronto a sguarnire i servizi pur di cancellare ogni traccia del Reddito di cittadinanza. Il prossimo primo maggio il premier Meloni ha annunciato un consiglio dei ministri dove presenterà la nuova riforma del lavoro che archivia il Rdc e inaugura i nuovi strumenti di sostegno al reddito che partiranno nel 2024. Al centro, ovviamente, i centri per l’impiego, che per il programma Gol dovranno avviare centinaia di migliaia di persone a percorsi di politiche attive, compresi i corsi di formazione previsti dai target legati al Pnrr sui quali già siamo in ritardo e in particolare nelle regioni del Sud. Un’altra, facile profezia? “Toccherà spiegare a Bruxelles perché non sono state assunte le persone necessarie a imbastire i progetti del Pnrr”, ha detto a ilfattoquotidiano.it uno dei vincitori del bando per laureati. Uno dei tanti che a causa dei tempi infiniti si sono guardati intorno, hanno colto altre opportunità o vinto altri concorsi. E alla fine hanno rinunciato al posto nei centri per l’impiego.