La siccità continua a mordere in Veneto. E così sei Comuni della provincia di Treviso sono dovuti a ricorrere ai ripari con un’ordinanza che mette insieme una serie di raccomandazioni ai cittadini. Per esempio: bene la doccia, male la vasca da bagno. Non è un divieto – anche per il fatto che sarebbe difficile farlo rispettare – ma è piuttosto un consiglio quello che arriva dalle amministrazioni di Breda di Piave, Carbonera, Maserada sul Piave, Ponzano Veneto, Silea e Villorba. Tra le varie raccomandazioni c’è anche il classico “chiudere il rubinetto mentre ci si lava i denti”: sembrano banalità ma ogni gesto può essere prezioso alle porte di un estate che – come dimostrano tutte le statistiche delle autorità di bacino – si preannuncia secca almeno quanto quella del 2022 (che è stata la più calda della storia).
Il provvedimento fa riferimento all’emergenza idrica, per la quale la Regione Veneto aveva già emanato una propria direttiva, ma anche al recente decreto per contrastare la scarsità idrica e potenziare l’adeguamento delle infrastrutture idriche, in base al quale è stata istituita una apposita cabina di regia a Palazzo Chigi, con la nomina a breve di un commissario straordinario.
L’acqua che fuoriesce dai rubinetti – recita l’ordinanza dei sei Comuni – va dunque usata esclusivamente per gli usi alimentari e igienico-sanitari. Non va utilizzata assolutamente per il lavaggio di cortili e piazzali, di automobili, per il riempimento di vasche, fontane e per l’irrigazione di prati e giardini privati. È vietato l’uso anche dell’acqua di pozzo artesiano, per la quale banno montati rubinetti, per impedire che vada a getto continuo. Viene invece consentito l’uso dell’acqua per i servizi pubblici di igiene urbana, per il verde pubblico, per i campi da gioco, per l’utilizzo zootecnico o produttivo; “salve” anche le piantine negli orti familiari e i piccoli vasi di fiori. “Abbiamo deciso di operare in modo congiunto – hanno riferito i sei sindaci – di creare un’area il più possibile estesa per far capire quanto sia determinante un impegno condiviso per contrastare un fenomeno determinato sia dai cambiamenti climatici sia dal poco rispetto per un bene prezioso come l’acqua”.
Per le violazioni più gravi sono previste multe fra 25 e 500 euro. Riprendendo la recente campagna di comunicazione della Regione, l’ordinanza contiene gli “inviti” senza sanzioni, come quello di montare nei rubinetti i dispositivi frangigetto, che possono consentire un risparmio idrico fino al 50%.