Javier, Maria e Luis se ne stanno in largo Maradona con il cellulare in mano, una macchina fotografica e quasi non ci credono. “Argentini?”, chiede la signora accanto. È la loro prima volta a Napoli e la seconda gioia di popolo che si troveranno a vivere, forse già nelle prossime ore, negli ultimi mesi. “Non pensavamo di trovare una città già in festa – dicono mentre tutt’attorno è una continua sventagliata di cori – E invece…”. E invece Napoli è una pentola a pressione che ha iniziato a sfiatare. Se sarà contro la Salernitana o giovedì contro l’Udinese non importa più a nessuno. La festa è già qui e contagia le migliaia di turisti arrivati in città che affollano piazza del Plebiscito, strusciano su via Toledo, mentre tutt’attorno suonano clacson e trombette, prima di risalire verso i quartieri Spagnoli addobbati per un evento atteso da 33 anni.
I luoghi del riscatto – “Abbiamo trovato una Napoli diversa dall’immagine che storicamente si porta dietro, molto più attrattiva. Poi, certo, il clima di queste settimane la renderà ancora più bella del quotidiano”, riflette Maria insieme ai suoi due amici prima di incamminarsi a fatica su via Emanuele De Deo, la strada simbolo della nuova vita che si sta dando questo dedalo nel centro di Napoli. In una traversa è ben visibile l’insegna verde di Foqus, un ex monastero cinquecentesco rimesso a nuovo dieci anni fa che oggi è la sede di 19 aziende e dà lavoro a 200 persone. Ogni giorno ci entrano anche 700 studenti dell’Accademia delle belle arti e 800 bambini di un asilo nido. “I quartieri sono uno dei tre luoghi che raccontano la rinascita di Napoli, insieme al lungomare ‘liberato’ e al rione Sanità. Lì dentro ci si rifugiava dopo le rapine. Adesso se qualcuno prova a far perdere le sue tracce in quei vicoli, viene spesso inseguito, fermato e consegnato alla polizia”, ragiona l’ex sindaco Luigi De Magistris con Ilfattoquotidiano.it.
Il tricolore come “aggregante” – “Alla Sanità sparatorie e omicidi erano all’ordine del giorno. Oggi è un susseguirsi di trattorie, bed and breakfast e attività commerciali. Mentre il lungomare è l’esemplificazione della ripartenza: un luogo finalmente vivibile”, dice ancora l’uomo che ha guidato la città dal 2011 a due anni fa. “Oggi Napoli fa festa, mette una ciliegina sulla torta. Ma non parliamo di riscatto, per favore. La città è già rinata, ha vissuto una rivoluzione”. La vittoria del campionato, sottolinea l’ex sindaco, semmai “rafforzerà il lavoro di questi anni perché il Napoli ha sempre unito tutti e quindi il tricolore darà ancora più energia e forza per remare tutti nella direzione, quella dello sviluppo”. Ma la rotta, sottolinea, è tracciata: “Nell’immaginario mondiale era Gomorra e rifiuti, poi siamo riusciti nell’impresa di mettere in moto una grande energia culturale”. Un’attrazione turistica, sostiene De Magistris, racconta al meglio il cambiamento: “Le catacombe di San Gennaro raccoglievano qualche migliaio di visitatori, oggi si sono raggiunti i 200mila”. E la cooperativa sociale La Paranza che le gestisce, attiva nel rione Sanità, è passata da 5 persone occupate nel 2006 a 48 giovani stipendiati. “Dopo decenni in cui si diceva che Napoli poteva vivere di turismo – insiste – ora abbiamo davvero investito su questo asse di sviluppo”.
Il turismo in continua crescita – Lo sanno bene gli albergatori che stanno gestendo sold out su sold out. Le 150 strutture in città e gli oltre 11mila annunci di bed and breakfast fanno registrare mediamente tassi di riempimento vicini al 80%, stando ai dati delle associazioni di categoria. I numeri del 2022, nonostante i primi mesi abbiano risentito ancora della coda della pandemia, sono stati simili a quelli del 2019, l’ultimo utile prima del Covid e uno dei migliori degli ultimi 15 anni. E da Pasqua in poi c’è stato un boom con il tutto esaurito per il ponte del 25 aprile, quello in corso e anche per il 2 giugno. “I turisti ormai arrivano da ogni parte del mondo – dice Claudio Boccalatte, consigliere di Federalberghi Napoli – Un discorso a parte lo meritano i sudamericani, argentini in particolare, che solleticati dalla comune fede per Maradona, hanno scelto la destinazione Napoli per una vacanza che prevede festeggiamenti a lunga durata”.
Il decentramento virtuoso – E per la legge dei vasi comunicanti, la saturazione dell’offerta alberghiera in città inizia a riverberarsi anche sull’hinterland, dove stanno per vedere la luce nuove strutture alberghiere di brand importanti. Nel 2024 – anticipa Federalberghi – ci dovrebbero essere almeno tre nuove aperture. Più visitatori e anche più a lungo, con una permanenza cresciuta, in media, a tre notti. Un aspetto, sottolineano ancora gli albergatori, che favorisce anche il virtuoso fenomeno del decentramento. Una permanenza maggiore, infatti, si riflette sulle attrazioni più esterne come il bosco e la reggia di Capodimonte e la Città della Scienza a Bagnoli. Si fa festa anche lì, adesso, come nei vicoli di Spaccanapoli dove il sabato sera è un continuo slalom tra librerie, cocktail bar, pizzerie e ristoranti all’ombra di festoni coi volti di Osimhen e Kvaratskhelia.
Dalla città-set al centro che respira meglio – L’attesa è in strada e non potrebbe essere altrimenti per una delle città più “esterne” d’Italia, che presta i suoi scorci a decine di film ogni anno. “Napoli ormai è il primo set cinematografico all’aperto del Paese – rimarca De Magistris – Ci sono più produzioni qui che a Roma, Firenze e Venezia”. Un luogo vivo, in cambiamento. Lo raccontano anche i numeri della classifica de Il Sole24Ore sulla qualità della vita, con il settore Ambiente e servizi che nel 2022 ha fatto segnare una risalita importante, come anche Affari e lavoro, e il primo posto assoluto – stando ai dati Infocamere – sotto la voce di aziende e-commerce in rapporto al totale delle imprese iscritte. E certo, mica è tutto risolto, perché alcuni atavici problemi, a iniziare da microcriminalità e camorra, restano sempre lì, ma la città ha imboccato una strada e la sta percorrendo a tutta velocità. Perfino il traffico, con la riapertura della fermata della metropolitana Montecalvario, nota Boccalatte, è “decongestionato nel centro storico” e “la città respira meglio”.
Lo scudetto che fa cadere il velo – La crescita, rivendica De Magistris, è stata impostata “principalmente grazie alle energie umane” e “remando contro pezzi del mondo mediatico-politico dell’establishment che hanno tentato di sabotarci”. Adesso i riflettori accesi in tutto il mondo dallo scudetto in arrivo fanno cadere il velo: “Verrano definitivamente meno i luoghi comuni più stantii sul folklore, la pizza e il mandolino per identificare la città”. Era un po’ quella l’immagine di Napoli nel 1990, l’anno dell’ultimo trionfo con Diego Armando Maradona. Adesso ce n’è un altro in arrivo. Ma questa volta è più passione che sociologia, perché fa esplodere una città diversa da quella di trenta e passa anni fa. Una Napoli che ha azzerato anche la scaramanzia e nel pallone cerca gioia, come qualsiasi altro posto al mondo. Mentre il riscatto se l’è andato a prendere mettendosi in marcia con le proprie gambe, non appoggiandosi quelle dei suoi calciatori.