Con Mara Venier, Leda Martini ha ripercorso infatti la storia di "Mimì", trovata senza vita il 12 maggio del 1995
Sono passati ormai ventotto anni dalla morte di Mia Martini eppure i dubbi e i lati oscuri legati alla sua tragica scomparsa sono ancora tanti. Ed è stata proprio la sorella Leda a parlarne, ospite dell’ultima puntata di Domenica In. Con Mara Venier, la donna ha ripercorso infatti la storia di “Mimì”, trovata senza vita il 12 maggio del 1995: “Io, che sono l’unica non artista (il riferimento è all’altra sorella, Loredana Bertè, ndr), ero quella più stretta – ha iniziato a raccontare -. Ho cercato di starle vicino nei momenti difficili. Quando fu isolata la portai a casa mia e le comprai un pianoforte. La cattiveria delle persone è stata però più forte della immensa voglia di cantare che aveva. Si è chiusa in un limbo e ha sofferto tantissimo”. Oltre alle malelingue, gli ultimi anni di vita di Mia Martini furono funestati infatti da una serie di drammatici eventi, come l’incidente che causò la morte di due persone e l’arresto in Sardegna con l’accusa di spaccio: “Era in un locale a fare un concerto e la Polizia trovò nella sua borsetta delle bustine di coca. Fu accusata di spaccio. Non era assolutamente vero, gliel’avevano messa e non se ne era accorta”.
E ancora: “Nel 1995 aveva ricominciato a lavorare e tornò a vivere a Milano per ricostruire i rapporti con nostro padre. Il giorno prima è andato a trovarla e nella notte è stata trovata priva di vita. Probabilmente hanno litigato, c’erano dei segni di lotta sui suoi polsi e sul viso. Penso che l’abbia menata, era violento. La verità non si saprà mai, adesso sono morti entrambi. Io ho cercato di andare da lui, ma non sono riuscita a parlarci. Non mi ha mai dato delle spiegazioni. Ha detto che ciò che le era accaduto era una conseguenza del suo modo di vivere”. L’autopsia stabilì che Mia Martini era morta per overdose di stupefacenti, ma Leda Martini ha ribadito ancora una volta di non credere all’ipotesi di suicidio.