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Lavoro, Meloni parla del decreto solo con un video: nessuna conferenza stampa dopo il cdm. L’ultima due mesi fa a Cutro

Il discusso Consiglio dei ministri convocato il primo maggio, nel giorno della festa dei lavoratori, è durato un’ora e venti minuti. Il tempo necessario per approvare l’altrettanto discusso decreto Lavoro, che manda in pensione il reddito di cittadinanza – introducendo due nuovi strumenti per “occupabili” e “non occupabili” -, che amplia di altri 4 punti il taglio del cuneo fiscale per appena 5 mesi, che riduce i vincoli per i contratti a termine e allarga le maglie dei voucher. Nessuna di queste misure però sarà illustrata e spiegata ai cittadini: la premier Giorgia Meloni infatti ha deciso di non convocare una conferenza stampa. Come già fatto altre volte, la presidente del Consiglio ha preferito pubblicare un video sui suoi canali, in modo da evitare le domande dei giornalisti. Una scelta, spiegano da palazzo Chigi, da interpretare come un gesto di cortesia verso le organizzazioni sindacali che festeggiano in piazza il primo maggio. Ma questo modus operandi è diventato ormai una abitudine: l’ultima conferenza stampa risale al 9 marzo, ormai due mesi fa. Da allora Meloni non si è più presentata davanti ai cronisti, nemmeno per illustrare il Documento di economia e finanza. Segnando un record: è la prima volta che un capo del governo non ha presentato un Def dal 2013, ovvero da quando esiste.

Dopo il Consiglio dei ministri, solo la ministra del Lavoro Marina Calderone si è fermata nel piazzale antistante Palazzo Chigi a rispondere alle domande dei cronisti, alcuni dei quali hanno lamentato la scelta di non tenere una conferenza: “Io parlo volentieri e rispondo alle vostre domande, poi ci saranno altri momenti in cui faremo analisi tecniche del decreto. Vi invito al ministero”, ha replicato Calderone. Meloni invece sembra non gradire più il confronto con i giornalisti: l’ultima volta è stata a Cutro, dopo il cdm straordinario sui migranti. Era anche l’esordio di Mario Sechi da capo ufficio stampa di Palazzo Chigi. C’è stato qualche attimo di nervosismo, con il governo sotta accusa per i ritardi nei soccorsi. Da allora stop alle conferenze stampa. In queste ultime settimane il governo ha varato provvedimenti delicati: dalla delega fiscale, al nuovo codice appalti fino al Ponte sullo Stretto. Nessun incontro coi cronisti anche il 6 aprile, dopo il Cdm che aveva approvato il decreto Siccità. Nemmeno l’11 aprile, dopo la riunione dell’esecutivo che è servita appunto per approvare il Documento di economia e finanza.

Al netto degli ultimi due mesi, anche prima non sono state troppe le volte in cui la premier si è offerta alle domande dei cronisti dopo attività di governo. Basta guardare i numeri: fino a ora il governo di centrodestra si è riunito 28 volte, ma solo in cinque di queste occasioni sono state organizzate conferenze stampa con la presenza della presidente del consiglio. Sempre “accompagnata” da almeno quattro tra ministri e sottosegretari: un format che ovviamente riduce sia il tempo che il numero di domande concesse alla stampa.

Dopo il decreto Lavoro, invece, le spiegazioni sono state affidate direttamente alla ministra Calderone e nemmeno in conferenza stampa. Sui dubbi riguardanti i contratti a termine, la titolare del Lavoro ha risposto: “Quello che ho letto non è quello che troverete nella norma perché l’obiettivo non era certo quello di rendere più precario l’utilizzo di questi strumenti ma di rendere più agevole l’interpretazione di una norma che in questo momento ha delle difficoltà applicative”. E poi sulle nuove misure che riguardano lo strumento di attivazione al lavoro e gli “occupali” Calderone ha spiegato: ” Per far incontrare domanda e offerta c’è una piattaforma, che parte, è nel decreto e ha la caratteristica di favorire l’interoperabilità delle banche dati”. “Sarà operativa in tempi brevissimi”, ha aggiunto. “Credo che sia un intervento di ampio respiro, si tratta di un percorso che deve consentirci di accompagnare chi ha voglia di lavorare”, ha affermato ancora la ministra.