“Basta armi, fermiamo la guerra in Ucraina”. È questo lo slogan scelto dallo “spezzone sociale” del corteo del primo maggio torinese. Centri sociali, sindacati di base e studenti hanno marciato dopo partiti e sindacati confederali per ribadire che: “oggi le priorità sono altre: con un anno di guerra si pagano tre anni di reddito di cittadinanza”. Il messaggio a Giorgia Meloni, rappresentata da un fantoccio con il braccio alzato è “di impiegare i soldi per le armi per il sostegno al reddito, alla sanità, alla scuola”. Al termine del corteo, sono state bruciate bandiere dell’Unione Europea, della Nato e degli Stati Uniti: “Quando ci chiederanno di tirare la cinghia, ricordatevi di queste bandiere”.