Musica

Concertone Primo Maggio, Ambra piange per gli studenti suicidi. Ligabue: “La droga più vecchia del mondo è la smania di potere” – Il racconto

Una maratona musicale sotto il diluvio con 300mila presenti in Piazza San Giovanni a Roma e oltre 50 artisti sul palco sotto la pioggia che non ha dato tregua. Tanti i temi toccati dagli artisti dalla salute mentale alle famiglie omogenitoriali. La polemica del fisico Carlo Revelli contro la guerra: “Il Governo rischia di distruggerci la vita”

di Andrea Conti

La pioggia incessante non ha scoraggiato gli oltre 300mila presenti che ha riempito Piazza San Giovanni a Roma per il tradizionale Concertone del Primo Maggio. Nove ore di musica e 50 artisti sul palco per la maratona condotta da Ambra (per il sesto anno consecutivo) con Fabrizio Biggio. In apertura la conduttrice ha toccato anche il tema della sicurezza sul lavoro ricordando Lorenzo Parelli, il 18enne deceduto in fabbrica a Lanuzacco (Udine) nell’ultimo giorno di stage nell’ambito del programma di alternanza scuola-lavoro. Sul palco c’erano anche i genitori.

Ad ogni avvicendamento degli artisti sul palco del Concertone Ambra e Fabrizio Biggio hanno letto alcune frasi sul tema “Il diritto che mi manca, pensato e dedicato dai cantanti che hanno partecipato alla maratona in Piazza San Giovanni. Dopo l’apertura con L’orchestraccia alle 15:30 fino alle 17 sul palco sono saliti molti giovani artisti del panorama musicale italiano come Ginevra, Mille, Tropea, Giuse The Lizia. E ancora Paolo Benvegnù e il gruppo BNKR44. La rapper Rose Villain ha portato un messaggio (attualissimo) contro l’allevamento intensivo degli animali.

Il messaggio della vincitrice della 19esima edizione di “Amici di Maria De Filippi”, Gaia, apparso prima della sua esibizione è stato sulla tolleranza e il rispetto: “Non è il sesso dei componenti, non è lo stato civile a definire una famiglia, una famiglia è tale ovunque ci sia rispetto reciproco, sostegno e amore”. Wayne, ex Dark Polo Gang, ha dedicato un pensiero al concetto di libertà: “Siamo schiavi delle imposizioni sociali e dei giudizi degli altri. Eppure la nostra vita cambia in continuazione. Io ho deciso di mettermi in gioco e ripartire da zero, libero di essere me stesso e fare quello che mi piace”. Alfa ha portato al centro il tema della salute mentale: “Lo psicologo deve essere accessibile a tutti. I giovani vanno supportati economicamente, se necessario”. Aiello, invece, ha dichiarato: “Dicono che i giovani non fanno più sesso. Torniamo ai rapporti carnali, torniamo a essere romantici, esserlo non è debolezza”. Per Fulminacci “tutte le persone hanno il diritto di scegliere liberamente per il proprio corpo senza essere ostacolati da credenze e tradizioni”. Il tema dedicato prima della performance de Il Tre è stato per le famiglie omogenitoriali: “Tutti i bambini devono avere le stesse opportunità che abbiano uno, due o tre genitori. Che questi siano due uomini, due donne o un uomo e una donna. La discriminante dovrebbe essere l’affetto”. Poi è stato il turno dei Baustelle e il messaggio è stato “Ogni essere umano deve potersi avvalere del diritto di non essere perfetto”.

Il blocco serale del Concertone è stato aperto con Ambra che, commossa, ha letto un testo dedicato al “supereroe performante” che il mondo del lavoro richiede e che, invece, non garantisce una qualità della vita decente. Il pensiero è andato anche agli studenti che si sono suicidati “perché per loro essere semplici studenti non era abbastanza, – ha detto la conduttrice – rinunciare alla perfezione che dovevano raggiungere significava fallire. Quel bisogno di meritare sempre il massimo dei voti ha finito col minacciare il loro sistema immunitario, la loro dignità, a fargli credere che fosse meglio buttarsi dalla finestra perché tanto dentro erano già morti. Nemmeno loro sono riusciti a volare perché non erano supereroi, erano persone”.

Poi l’attore e cantante di “Mare Fuori”, Matteo Paolillo, ha fatto cantare la piazza con la sigla cult della serie tv “’O mar for” per poi leggere un testo di Pasolini e Dacia Maraini contro la guerra “C’è forse vita sulla terra?” sulla musica di “A Model of the Universe” di Jóhann Jóhannsson. Levante ha messo poi il turbo alla platea, infreddolita dopo ore di pioggia. La cantautrice poi ricorda i lavoratori fragili dello Spettacolo: “Non ci dimentichiamo che tutto questo spettacolo è stato fatto da tecnici e professionisti e vi prego di non dimenticarli, di attuare l’indennità di discontinuità per tutti i lavoratori della musica”.

Poi è stata la volta del super ospite atteso dopo 17 anni, Ligabue: “Dieci anni fa ho scritto un pezzo (“Il sale della terra, ndr) sugli effetti della droga più vecchia del mondo. La droga più vecchia del mondo non è chimica, è mentale ed è la smania di potere. In genere chi più ne ha più ne vuole e spesso, come quasi ogni tossico, è capace di qualunque cosa pur di non andare in crisi d’astinenza. Però di fronte alle overdose di un certo potere, agli abusi di cui è capace, serve un altro potere, quello di far sentire la tua voce e non permettere a nessuno, per esempio, di provare a cancellare la tua storia e riscriverla come gli pare, di non permettere a nessuno di provare a toglierti il diritto di amare, certo, sempre in modo consenziente, ma di amare chi ti pare, come ti pare, quanto ti pare e mettere su la famiglia che ti pare e magari riuscire a mantenerla con un salario decente”.

Dopo Ligabue sul palco sono saliti Ariete e il quarto classificato all’ultimo Festival di Sanremo Mr. Rain con “Supereroi”, dedicata alla psichiatra Barbara Capovani, aggredita e uccisa davanti all’ospedale Santa Chiara di Pisa. “Lo scorso anno da questo palco ho parlato di salute mentale. – ha detto il cantante – Dovrei parlare di altro probabilmente oggi, per non rischiare di essere ripetitivo, ma in un anno mi rendo conto che non è cambiato nulla. Farsi aiutare è ancora una scelta che spaventa tanti e che purtroppo oggi, in pochi si possono permettere. Non è giusto. È nostro dovere tenere sempre una luce accesa su questo argomento, perché le guerre silenziose, quelle che ogni giorno combattiamo dentro di noi, sono le più subdole. Trovate conforto nell’abbraccio di un amico, di un parente e pretendete di poterlo avere anche da parte di uno specialista. La salute mentale è nostro diritto”.

Poi è stata la volta dell’ospite internazionale Aurora. Il ritorno al live per Emma che ha proposto “Stupida allegria”, “La mia città”, “Cercavo amore”, “Io sono bella” e la nuova hit “Mezzo Mondo”. “La nostra Costituzione dovrebbe prevedere il diritto alla genitorialità in qualsiasi forma” è stato il messaggio trasmesso da Emma prima del suo ingresso. Una performance impattante sotto la pioggia con un la grande grinta dell’artista che si è lanciata anche in mezzo alle prime file. Lazza, secondo classificato a Sanremo 2023, invece, ha invocato il diritto allo studio per poi cantare “Panico”, “Uscito di galera” e “Cenere”. Prima di Tananai è uscita di scena di nuovo Emma per leggere “Resta viva” di Virgina Woolf e la dedica a suo padre Qualunque cosa succeda, resta viva. Non morire prima di essere morta davvero. Non perdere te stessa, non perdere la speranza, non perdere la direzione. Resta viva, con tutta te stessa”. Applausi per il terzo classificato a Sanremo 2023 Tananai che ha iniziato la performance con “Abissale”, “Baby Goddamn”, “Sesso Occasionale” e “Tango”. Poi in successione Carl Brave (“Chapeau”, “Noccioline”, “Che poi”, “Makumba”, “Lieto fine”, “Malibu”), Francesco Gabbani (“Tra le granite e le granate”, “Volevamo solo essere felici”, “L’abitudine”, “Viceversa”, “Occidentali’s Karma”), Geolier (“Come vuoi”/”Monday”/”Il male che mi fai”/”X Caso”/”M Manc”, “Money”, “Chiagne”), Coma_Cose (“Chiamami”, “Fiamme negli occhi”, “L’addio” e il nuovo singolo “Agosto morsica”), Piero Pelù scatenato con la maglietta con la stampa di Mattarella in versione punk: “Mattarella è rock. Esorcizza tutto il male e ci unisce”, poi Mara Sattei, Johnson Righeira e il gran finale con Rocco Hunt.

Infine da segnalare l’unico intervento politico che è venuto dal fisico Carlo Rovelli che ha smosso un po’ le acque delle polemiche, prendendo una posizione netta sul tema della guerra: “In Italia il ministro della difesa è stato vicinissimo a una delle più grandi fabbriche di armi nel mondo, deve servire per difenderci dalla guerra, non per fare i piazzisti di strumenti di morte. Tutti si dicono per la pace, ma aggiungono che bisogna vincere per fare la pace. Volere la pace dopo la vittoria, vuol dire volere la guerra. Il Governo italiano sta decidendo di mandare una portaerei a fare i galletti davanti alla Cina, queste sono le scelte che rischiano di distruggere le nostre vite“. Pronta la replica dell’organizzazione per bocca di Ambra: “Qui non c’è mai censura. Garantiamo a tutti gli ospiti la libertà di parola. Riguardo a quanto detto dal professor Rovelli che ha parlato di una persona precisa (il ministro della Difesa Crosetto; ndr), non c’è stato contraddittorio, cosa che va comunque garantita”.

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