La maggioranza di centrodestra taglia la discussione generale alla Camera e mette la fiducia sul decreto Cutro. Il provvedimento, in attesa del via libera definitivo di Montecitorio, sarà quindi sottoposto al voto finale mercoledì 3 maggio alle 17.30. Il tutto dopo che l’Aula ha approvato la chiusura anticipata della discussione generale sul decreto, senza che tutti i deputati iscritti fossero intervenuti. I sì sono stati 180, i no 117, 4 gli astenuti. La proposta era arrivata da Gianluca Vinci, deputato di Fratelli d’Italia, mentre mancavano ancora gli interventi di una parte dei parlamentari dell’opposizione iscritti a parlare. Contro le richiesta si era espresso il delegato d’Aula del Pd Federico Fornaro.
Per le opposizioni il nuovo provvedimento colpisce tutto il sistema d’accoglienza. “Il decreto”, ha dichiarato la deputata dem Silvia Roggiani durante la discussione generale, “porterà a uno smantellamento del sistema pubblico di accoglienza che funziona, gestito dagli enti locali, per far nascere nuovi grandi centri dove ammassare le persone. Tolgono la possibilità per i richiedenti asilo di essere inseriti nel sistema SAI, con un dispendio inutile di risorse pubbliche e un aumento delle spese stimato in 16,7 milioni di euro per il 2023. La destra non ha voluto ascoltare i sindaci e gli amministratori locali che ogni giorno, spesso con sforzi oltre i propri limiti e andando oltre le proprie funzioni e competenze, devono porre rimedio con risorse proprie a una situazione insostenibile. Se non volete ascoltare l’opposizione, ascoltate le associazioni, ascoltate gli amministratori locali, guardate i numeri. Fermate la propaganda e occupatevi davvero del Paese”. Proteste anche dal M5s: “Sostituzione etnica: questa è la cultura delle destre oggi al governo”, ha dichiarato il 5 stelle Alfonso Colucci. “Basterebbe questo per non votare il cosiddetto decreto Cutro. Si è detto che il ministro Lollobrigida si riferisse alla sostituzione culturale, ma allora perché aboliscono la protezione speciale umanitaria che favorisce il ricongiungimento di coloro che hanno già in Italia una propria rete familiare e personale e che, quindi, più facilmente si integrano nel tessuto sociale e culturale italiano? La verità è che questo e altri provvedimenti del governo Meloni, come il dl Rave e il dl Ong, servono per instillare paura e smarrimento nella popolazione italiana, coprire l’incapacità del governo e preparare il terreno ad altre e più gravi limitazioni ai diritti fondamentali della persona”.
Per l’ex presidente della Camera Laura Boldrini e deputata dem, il decreto è formato da “un insieme di misure affastellate tra loro che a tutto mirano tranne che a prevenire il ripetersi di tragedie come quella avvenuta il 26 febbraio 2023”. E ha aggiunto: “Il nome Cutro evoca innanzitutto il ricordo di quella strage in cui morirono più di cento persone, un terzo delle quali erano minori. Evoca poi lo spirito di solidarietà della popolazione che aiutò nei soccorsi e nell’accoglienza dei sopravvissuti”.