Rovelli ha preso posizione sulle spese militari e dei “piazzisti di strumenti di guerra” che costruiscono strumenti di morte “per ammazzarci l’un l’altro”. Parole durissime che, a quanto pare, nessuno si aspettava né la Rai, né l’organizzazione iCompany e nemmeno i sindacati Cgil, Cisl e Uil. Per questo motivo quando la conduttrice, Ambra Angiolini accompagnata da Fabrizio Biggio, è apparsa sul palco dopo Rovelli, ne ha preso le distanze: “Sapete che qua non c’è censura. Dispiace che non essendo un dibattito politico, quando si attacca qualcuno, come nell’intervento del professor Rovelli, dovrebbe esserci un contraddittorio che non c’è stato“. La memoria è andata subito al Concertone del 2021, quando Fedez tuonò sui social per il discorso che avrebbe dovuto tenere sul palco: “Mi assumo le responsabilità di ciò che dico e faccio. Sappiate che il contenuto di questo discorso è stato definito come inopportuno dalla vice direttrice di Rai Tre”. Il rapper con forza aveva rivelato che il suo intervento era stato sottoposto ad approvazione con richiesta di “eliminare nomi e edulcorarne il contenuto”.
Ma cosa è successo esattamente ieri sera? Una cosa è certa, lato Concertone (ossia sindacati e l’organizzatore iCompany) si sono prese le distanze con le parole di Ambra, perché – è stato spiegato – l’intervento di Rovelli non era assolutamente previsto né concordato, in quei termini. Nessuno si aspettava che facesse un attacco dritto a Governo e a Crosetto, senza alcun contraddittorio. La struttura del Concertone prevede che i sindacati indichino chi deve organizzare lo show e, in questo caso, entra in campo iCompany, diretta da Massimo Bonelli. Cgil, Cisl e Uil hanno un tavolo con la Rai, aperto da anni e consolidato, rispetto ad un contratto per la messa in onda del concerto. Alla luce di questo rapporto consolidato con l’editore, tutti i contenuti degli interventi degli ospiti invitati vengono comunque riferiti all’organizzazione che ne prende visione e ne condivide i contenuti con la Rai, come è accaduto con Fedez. Anche perché alla realizzazione dello show partecipa pure la Rai stessa nella figura del produttore esecutivo, il curatore e alcuni autori.
In caso di “violazione” o di fuori programma di un discorso previsto sul palco entrano in campo diversi agenti. Stando ad alcune indiscrezioni raccolte da FqMagazine, la decisione di un distinguo ufficiale rispetto alle parole di Rovelli è stata presa assieme: non solo dall’organizzazione del Concertone, ma anche dalla Rai stessa, che com’è noto sta attraversando un momento delicatissimo dal punto di vista della politica e del rinnovo delle alte cariche. C’è da sottolineare che quello di Rovelli è stato l’unico discorso puramente politico in una serata in cui si è trattato di diversi temi e non solo di lavoro ma anche di scuola, sesso, ambiente.
“Stiamo andando verso una guerra che cresce e, invece, di cercare soluzioni – aveva tuonato Rovelli – i Paesi si sfidano, invadono, soffiano sul fuoco della guerra e la tensione internazionale non è mai stata così alta come adesso”. Sempre il fisico, pur senza nominarlo direttamente, ha accusato il ministro della Difesa Guido Crosetto, che in passato è stato presidente della Federazione aziende italiane per l’aerospazio, la difesa e la sicurezza: “In Italia, il ministro della Difesa è stato vicinissimo a una delle più grandi fabbriche di armi nel mondo, Leonardo”.
La politica naturalmente si è fatta sentire. A partire da Crosetto stesso che ha affermato: “Inviterò a pranzo il professor Rovelli così la prossima volta che parlerà di me lo farà avendo conosciuto me, le mie idee, sapendo cosa ho fatto e faccio ogni giorno per cercare la pace e fermare la guerra ed anche per sentire come si serve una nazione con serietà e rispetto”. Immediata la replica di Rovelli: “Apprezzo molto la cortesia del ministro della Difesa, e il suo gentile invito a cena, e lo ringrazio. Ma la questione che ho posto nel mio intervento il primo maggio non è personale fra lui e me. È politica, riguarda il futuro di noi tutti, e vorrei se ne discutesse nel Paese, non a cena in due”.
Insomma proprio nel giorno in cui i dati Auditel hanno premiato l’evento con 1.813.000 telespettatori in prima serata su Rai3 e l’11.3% di share (dati in crescita rispetto allo scorso anno), rimane l’amaro in bocca agli organizzatori per il fuori-programma che ha scatenato la reazione della politica. Ma del resto, non è sempre stata questa la missione storica del Concertone del Primo Maggio?