È necessario dirottare le risorse, da Sud a Nord. In pratica, dicono, da chi è in ritardo a chi, al contrario, ha già dimostrato di saper fare investimenti. È la richiesta che la Lega, al Pirellone, ha avanzato in Regione per chiedere al governo, in una formula avvolta – ma non troppo – dal burocratese, di “rimodulare l’impostazione dei criteri” del Pnrr “al fine di dare tutela alle capacità progettuali di quelle aree del Paese (si legga, la Lombardia, ndr) che hanno già dato dimostrazione di sapere sviluppare e concretizzare i progetti” compatibili col Piano. La mozione, firmata dai consiglieri del Carroccio (prima firma, Alessandro Corbetta) è stata approvata con 45 voti a favore e 26 contrari.

Nel documento, a sostegno della proposta, si legge che la Lombardia “nel 2021 ha registrato una crescita del Pil del 6,8%” (che ricorda un po’ l’idea della ex assessora al Welfare, Letizia Moratti, in tempi di pandemia, secondo cui era utile inviare i vaccini alle Regioni più ricche); e ancora, si legge che “è uno dei territori più industrializzati d’Europa, con oltre 800mila imprese”; che “la resilienza delle imprese lombarde è composta da un tessuto industriale e manifatturiero che da sempre trascina la produttività di tutto il Paese”. Ma non solo: la mozione cita anche i ritardi e che “oltre la metà delle misure interessate sia ancora in fase sostanzialmente iniziale dei progetti”. Come a dire: lasciamo indietro chi è in ritardo, ci pensiamo noi. E poi “i tanti Comuni della Lombardia hanno l’estrema necessità di attrarre risorse sui territori per svilupparsi e per competere e stare al passo con le altre aree europee”. Insomma, a fronte di tutto ciò, come non rivedere il Pnrr in favore della Lombardia?

Alla mozione, in Aula, si è opposto il Movimento 5 stelle, che l’ha bollata come “pagliacciata”, sottolineando che “è meglio non arrivi al governo. Perché se gli impegni di questo documento dovessero essere presi alla lettera il rischio concreto è che l’effetto sia quello di far perdere a tutte le Regioni d’Italia i fondi del Pnrr” ha detto il capogruppo Nicola Di Marco. “Come si possa parlare oggi, con i ritardi che il governo Meloni ha già accumulato, di revisione e quindi di ulteriori perdite di tempo, è davvero incomprensibile. A meno che l’obiettivo della Lega non sia proprio quello di mettere ancor più in difficoltà l’esecutivo”. Il M5s, peraltro, per controbattere alla posizione del Carroccio, ha usato le parole del coordinatore regionale della Lega in Sardegna, Michele Pais: “A inquadrare la questione è sufficiente ricordare quello che ha spiegato lui, e cioè come i fondi legati al Mezzogiorno e alle Isole non possano essere messi in discussione e di come lo stesso ministro per gli Affari regionali, Roberto Calderoli, abbia detto che non sia sul tavolo l’ipotesi, anche remota, di ridurre i fondi per le isole”.

Mail: a.marzocchi@ilfattoquotidiano.it

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