Il mercato italiano dell’auto prosegue nella sua crescita, per il nono mese consecutivo. Ad aprile infatti le immatricolazioni di veicoli nuovi sono state 125.805, ovvero il 29,2% in più rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Risultato che porta il consuntivo del primo quadrimestre a quota 552.850 unità, che complessivamente rappresentano un aumento del 26,9% rispetto ai primi quattro mesi del 2022.
Sono numeri che di certo confortano. Ma non bisogna dimenticare che, se rapportati a quelli del primo quadrimestre 2019 (ultimo prima della pandemia), evidenziano che all’appello mancano ancora 160 mila vetture, ovvero oltre una su cinque (-22,5%).
Tuttavia bisogna anche sottolineare che la ripresa, nel nostro Paese come nel resto dell’Unione Europea, come detto va avanti dallo scorso agosto. Ed è dovuta principalmente al miglioramento della situazione in tema di forniture (chip e componentistica), il che ha permesso ai costruttori di mettere più auto a disposizione del mercato.
Rispetto al resto dell’Unione Europea, nondimeno, il mercato italiano evidenzia ancora qualche difficoltà nel recepire le auto elettriche. Come si legge in una nota dell’Unrae, l’associazione dei costruttori esteri che operano in Italia, “Le auto BEV scendono nuovamente in quota rispetto al recupero di marzo, fermandosi al 3,1% di share nel mese (3,7% nel quadrimestre), mentre le PHEV si portano al 4,8% (4,5% in gennaio-aprile). Nel complesso le auto ECV rappresentano in aprile il 7,9% del mercato”.
Meglio sembra essere andata, e in questo senso c’è continuità rispetto ai mesi precedenti, alle ibride non ricaricabili, che “rimangono sostanzialmente stabili al 34,8% delle preferenze (35,5% in gennaio-aprile), con un 8,3% per le “full” hybrid e 26,5% per le “mild” hybrid”. E se il diesel continua a perdere terreno (19,7 di quota ad aprile, 19,6% nei primi quattro mesi), c’è da registrare il passo in avanti, della benzina: quota del 29,2% ad aprile e del 27,6% nel quadrimestre.
Più o meno allineato il parere riguardo alle vendite non soddisfacenti di auto elettriche da parte degli addetti ai lavori, che puntano il dito contro il sistema degli incentivi statali. “Anche nel mese appena trascorso riscontriamo uno stallo nell’impiego delle risorse Ecobonus destinate a favorire gli acquisti di vetture a zero o bassissime emissioni. Dalla partenza della misura ad oggi, tali fondi hanno segnato un utilizzo del 12,9% sulla fascia 0-20 g/Km di CO2 e appena del 6,4% per quella successiva 21-60 g/Km di CO2. Poca cosa! Se procediamo di questo passo gli avanzi saranno consistenti anche quest’anno” ha dichiarato Adolfo De Stefani Cosentino, Presidente di Federauto.
A fargli eco è Michele Crisci, presidente di Unrae: “siamo arrivati a maggio, e i dati dimostrano che gli incentivi all’acquisto di autovetture a basse emissioni nonstanno funzionando: in aprile infatti la CO2 media è cresciuta del 2,9%. E’ urgente una loro riformulazione, con innalzamento dei tetti di prezzo e l’inclusione di tutte le persone giuridiche con bonus a importo pieno”.
Ricorda infine Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, che “fra le intenzioni dichiarate dal Governo vi è anche quella di rifinanziare gli incentivi per l’acquisto di autovetture tradizionali (con emissioni comunque contenute) con l’obiettivo di accelerare la sostituzione del parco circolante italiano, che è il più vecchio d’Europa, con tutto quello che ne consegue in termini di sicurezza della circolazione di inquinamento. Sostituire le auto più vecchie con soluzioni verdi fa certamente bene all’ambiente, ma fa bene all’ambiente e alla sicurezza della circolazione anche rottamare vetture ante Euro4 e sostituirle con nuove auto Euro6”.