Musica

“Non c’è censura, sono le regole della tv”: così Ambra Angiolini spiega la sua presa di distanza da Rovelli (arrivata un’ora e mezzo dopo)

La conduttrice, in un'intervista al Corriere.it, fa intendere di aver preso da sola la decisione della necessità di una precisazione dopo il monologo del fisico pacifista: "Sono meccanismi base della tv che conosco bene, anche se non c'è più Boncompagni nell'orecchio"

di F. Q.

“La liturgia dei media vuole che quando si esprime la propria opinione, occorre sapere che se non è previsto un contraddittorio (e un concerto non è una tribuna politica) non si possa attaccare un assente“. Così Ambra Angiolini, conduttrice del Concertone del Primo Maggio, ripercorre – in un’intervista al Corriere.it – il suo intervento di “presa di distanza” dal monologo di Carlo Rovelli, fisico di fama internazionale, autore di bestseller di tema scientifico e noto per le sue posizioni pacifiste. Angiolini fa intendere che la sua puntualizzazione è stata presa in autonomia nel rispetto di quella che descrive come una “regola non scritta” secondo la quale non si può attaccare un assente (in questo caso il ministro della Difesa Guido Crosetto peraltro citato con la sua carica e non con il nome). Tuttavia secondo una ricostruzione di FqMagazine a decidere per una “precisazione” sono stati insieme l’organizzazione e la Rai. Va anche ricordato che le posizioni pacifiste (“radicali” verrebbe da dire) del professor Rovelli sono note e, anzi, rappresentano il motivo che portano spesso i talk show politici ad invitarlo. Per lo stesso motivo probabilmente è stato previsto un suo monologo sul palco del Concertone così come è stato riservato uno spazio all’attore e autore teatrale Stefano Massini che nel suo intervento ha usato anche toni più accesi di Rovelli ma senza riferimenti personali (e quindi di certo meno “problematici” per la produzione dell’evento).

La presentatrice racconta al Corriere.it che dopo il suo intervento è stata “attaccata sui social”. “Ma resto convintissima – aggiunge – di quello che ho detto, l’ho fatto per una questione di umanità, di correttezza. Sul palco del Concertone non c’è alcuna censura, c’è libertà di espressione, io per prima non ho mai avuto pressione negli anni su cosa dire o cosa non dire, ma ognuno si prende le proprie responsabilità. E io l’ho fatto”. “Sono meccanismi base della tv che ormai conosco bene – rivendica – anche se non c’è più Boncompagni che mi parla nell’orecchio. Ormai le ho imparate le regole, lui mi ha insegnato tutto molto bene”. Ambra peraltro non spiega perché ha sentito di fare la sua precisazione solo circa un’ora e mezzo dopo l’intervento del professor Rovelli, cioè a pochi minuti dalla conclusione del concerto. E purtroppo non glielo chiede nemmeno il Corriere.it. Per il resto alla giornalista che rimarca che “il Concertone è sempre stato il luogo delle polemiche” l’attrice risponde che “è giusto che sia così”, ma dall’altra parte sottolinea che è stata “un’edizione molto difficile perché non volevamo inveire da quel palco, non volevamo lanciare accuse, ma far capire che è bene lavorare tutti nella stessa direzione, senza usare la rabbia. E ci siamo riusciti”.

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