L’anno scorso mi sono vantato spudoratamente di aver collaborato alla realizzazione di una storia di Topolino e oggi eccomi di nuovo con un altro fumetto. Questa volta è “per adulti”, nel senso che i personaggi sono veri anche se la storia è romanzata quel tanto che basta. L’autore (Diego Cajelli) e l’artista che ha realizzato le tavole (Checco Frongia) hanno fatto un capolavoro e ho passato quasi un anno a seguirli passo passo, fornendo indicazioni tecniche e storiche per rendere la storia quanto più vera possibile, arrivando, assieme a Roberto Danovaro, presidente della Stazione Zoologica durante la realizzazione dell’opera, a suggerire il finale.
Il fumetto racconta la storia di Anton Dohrn che, nel 1872, fondò la Stazione Zoologica, a Napoli. La racconta attraverso gli occhi di una medusa speciale a cui è stato dato il nome di Dohrn: Turritopsis dohrnii. Alcune meduse hanno gli occhi, sì. Ma questa, che nella storia si chiama Agata, è molto particolare perché può vivere indefinitamente, tanto da essere stata chiamata La Medusa Immortale, che poi è il titolo del fumetto. Muoio dalla voglia di raccontarvi la storia, ma mi trattengo.
Ci sono tanti riferimenti, anche attuali, nascosti nelle tavole con cui Checco Frongia ha illustrato la storia raccontata da Diego Cajelli. C’è Frank Zappa che guarda un acquario, forse cercando, senza trovarla, la medusa che gli ho dedicato: Phialella zappai. C’è Amy, di The Big Bang Theory, perché la medusa immortale è stata citata nella più famosa delle serie TV. E poi c’è Vittorio Emanuele II, e Benedetto Croce, e Charles Darwin, per non parlare del premio Nobel Tim Hunt, e molti altri. La medusa ripercorre la storia della Stazione Zoologica Anton Dohrn dal 1872, anno della fondazione, a oggi, andando avanti e indietro nel tempo, come solo una medusa immortale può fare. Dohrn incontra Agata nei suoi sogni sottomarini e i due comunicano idee ed emozioni.
Leggere una “storia vera” raccontanta e illustrata con una narrazione così speciale è per me emozionante, magari lo sarà anche per voi. Assieme al fumetto è stato realizzato, come prodotto delle celebrazioni dei 150 anni della Stazione Zoologica, un ponderoso volume molto illustrato.
In Italia i fumetti non sono presi molto sul serio dalle “persone di cultura”, mentre sono riconosciuti come prodotti letterari in molti paesi, prima di tutto Francia e Belgio. Aver scelto di celebrare la Stazione Zoologica con un fumetto di Topolino (Generazione Oceano) e un fumetto di Feltrinelli Comics (la Medusa Immortale) è un segnale di apertura verso questa forma letteraria, e siamo fieri di portare la Medusa Immortale al Comicon di Napoli dove, e qui mi vanto ulteriormente, dovrei incontrare Tanino Liberatore, una matita in fuga che, dall’Italia, si è trasferito in Francia, dove lo conobbi, a Parigi, nel 1984, quando Frank Zappa collaborò con Pierre Boulez in occasione di un memorabile concerto dell’Ensemble Intercontemporain. Tanino gli aveva appena fatto la copertina di The man from utopia e fu anche lui invitato a quel concerto di musica contemporanea. L’orchestra di Boulez, però, non soddisfece le aspettative di Zappa che, quindi, usò il suo synclavier per dar suono ai suoi spartiti. Solo dopo riuscì a trovare un’orchestra di umani, l’Ensemble Modern, si rivelò all’altezza. Ho visto anche loro, a Vienna. Il concerto si chiamava Yellow Shark. Stento a credere che queste cose siano capitate a me.
E non è tutto. Nel 2018 il presidente Danovaro mi chiese di sviluppare il progetto espositivo del Museo Darwin Dohrn assieme a tre validissimi collaboratori. Anton Dohrn, infatti, ebbe una fitta corrispondenza con Charles Darwin e la Stazione Zoologica fu istituita per dare vigore alla teoria dell’evoluzione. Nel 2021 abbiamo inaugurato il Darwin Dohrn e, nel 2022, abbiamo realizzato la prima edizione del Pianeta Mare Film festival e ora stiamo lavorando alla seconda edizione.
Letteratura, fumetti, musica, cinema, musei, e scienza. Potrebbe essere strade verso la conversione ecologica invocata da Francesco nella sua Laudato Si’. In effetti, nelle celebrazioni dei 150 anni, abbiamo anche inserito una giornata degli oceani presso l’Accademia Pontificia delle Scienze.
La transizione ecologica, il fine principale del Pnrr, richiede una pre-condizione: la conversione ecologica. Si tratta di un cambiamento culturale con cui la nostra specie, finalmente, riconosca di essere ospite del pianeta, la casa comune, e di avere il dovere di trattare con rispetto la biodiversità e gli ecosistemi senza i quali non possiamo vivere. Stiamo lavorando in questo senso, cominciando dai bambini che, a frotte, vengono a visitare il nuovo Museo con i loro insegnanti. Non sono difficili da convertire, ma bisogna dare vigore alle loro convinzioni. I grandi, purtroppo, spesso li spingono in altre direzioni durante “percorsi di formazione” dove la natura, troppo spesso, è assente.