La spirale prezzi-salari tanto temuta dai banchieri centrali? Eccola! Nel 2022 lo stipendio medio dei grandi manager statunitensi è salito del 7,7% toccando il record di 22,3 milioni di dollari. Nel 2018 l’importo medio era di 15,5 milioni. Un incremento di quasi il 50% in 5 anni. I dirigenti d’azienda sono così riusciti a non perdere potere d’acquisto, a differenza di tutti gli altri lavoratori americani (ed europei), ma anche a guadagnarne visto che l’inflazione americana si è attestata al 6,5%. Lo studio di Equilar prende in esame le buste paga dei 100 manager di società quotate più pagati d’America. Con i nuovi incrementi delle retribuzione lo stipendio medio di un top manager è salito a 288 volte quello dei suoi dipendenti contro le 254 volte dell’anno prima.
La cosa più curiosa è però che mentre le retribuzioni salivano il valore e i risultati delle aziende scendevano. Le imprese considerate hanno registrato un calo della loro redditività, in media dell’11%. L’aumento record l’ha portato a casa Richard Handler, amministratore delegato del gruppo finanziario Jefferies, le cui azioni sono scese nel 2022 di circa il 20%, che ha incassato 57 milioni di euro, il doppio dell’anno prima. Quasi raddoppiato anche lo stipendio di Hamid Moghadam, numero uno di Prologis, che ha guadagnato 48 milioni anche se l’anno scorso il valore dei titoli della società è sceso di oltre il 20%.