La scuola la boccia per le troppe assenze ma il Tar la promuove. La vicenda riguarda una bambina di otto anni di Bari che a giugno scorso non è stata ammessa alla classe terza con una motivazione definita dai giudici del tribunale amministrativo regionale della Puglia “eccessivamente sintetica” e non in linea con la normativa legislativa che prevede alla primaria l’ammissione alla classe successiva “anche in presenza di livelli di apprendimento parzialmente raggiunti o in via di prima acquisizione”. La sentenza del Tar stabilisce che “la frequenza, alla scuola primaria, non rileva ai fini della validità dell’anno scolastico, non essendo contemplata tra i criteri di valutazione e certificazione delle competenze nel primo ciclo di istruzione da Decreto legislativo 62/2017”. In buona sostanza: le numerose assenze non valgono e i voti non possono essere motivo di bocciatura alle elementari.

Nel caso specifico, poi, la bambina aveva conseguito votazioni non negative nella maggior parte delle materie ed era stata a casa per una seria forma di asma. A vincere la battaglia portata avanti dai genitori contro l’istituto comprensivo di Bari è stato lo studio Valla che nei giorni scorsi ha ricevuto dopo due ordinanze cautelari che sospendevano gli atti del Consiglio di classe, la sentenza definitiva che condanna il ministero. Una vicenda particolarmente tribolata secondo quanto ci racconta l’avvocato Roberta Valla: “I genitori prima dello scrutinio finale erano stati convocati dalla scuola che, facendo leva sul numero delle assenze, aveva annunciato la bocciatura. Su richiesta degli insegnanti, mamma e papà avevano prodotto le giustificazioni del pediatra per lo stato di salute della piccola ma a sorpresa si sono trovati la bocciatura”.

A quel punto si sono rivolti allo studio che ha presentato ricorso al Tar che il 28 luglio scorso accoglieva l’istanza cautelare ritenendo che “la perdita di un anno scolastico in così tenera età e in difetto di adeguata motivazione, costituisce un grave danno; un’esperienza traumatica che potrebbe danneggiare l’autostima della minore e incrinare il rapporto di fiducia nei confronti dell’istituzione scolastica”. Una decisione, quella dei giudici, a cui si è opposto il Consiglio di classe convocando il 26 agosto una seduta straordinaria che confermava la bocciatura.

Una guerra vana visto che 30 settembre il Tar, su richiesta dei difensori della famiglia, ribadiva che la bambina secondo “il registro elettronico nel corso del secondo quadrimestre aveva conseguito voti positivi o comunque non negativi”, ammettendola alla terza. Nei giorni scorsi la parola finale del presidente della sezione terza Carlo Dibello: “Il ricorso è stato accolto – spiega la legale Roberta Valla – per ben due volte in via cautelare. La normativa ribadisce che la bocciatura avvenga solo con extrema ratio e con motivazione specifica. La bambina aveva tutte le carte in regola per essere ammessa: le assenze non sono motivo per bocciare, inoltre erano giustificate. Siamo soddisfatti di questo risultato perché la tutela giurisdizionale è stata essenziale per garantire il diritto allo studio sancito dalla Costituzione per un minore”. Da settembre la piccola frequenta con buoni risultati la terza in un’altra scuola.

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