Cos’è accaduto a Ylenia Carrisi la notte del Capodanno 1994, quando scomparve nel nulla a New Orleans? A distanza d quasi trent’anni, la risposta prova a darla suo padre, Al Bano Carrisi in una lunga intervista concessa al Corriere della Sera per celebrare gli 80 anni che compirà il 20 maggio, ripercorrendo i momenti più importanti della sua vita tra carriera e vita privata. Il passaggio più intenso ed emozionante? Quello sulla sparizione della sua primogenita, nata nel 1970, una perdita così dolorosa da averlo spinto a pensare al suicidio. E di Ylenia ha parlato anche la sorella Romina, ospite ieri a Oggi è un altro giorno: “Non l’ho mai cercata. Ognuno di noi ha un proprio destino e se il suo era quello di rincorrere il vento, metaforicamente, dobbiamo lasciarla correre e andare”.
AL BANO PARLA DELLA SCOMPARSA DELLA FIGLIA YLENIA
“Una ragazza straordinaria”. Così Al Bano definisce la figlia Ylenia, studentessa del prestigioso King’s College di Londra. “Parlava inglese, spagnolo, francese, portoghese. Venne a Mosca con noi e imparò un po’ di russo, la sera Romina e io andavamo a dormire e lei scendeva sulla Piazza Rossa a vedere il cambio della guardia al mausoleo di Lenin”, ricorda il cantante. Tutto cambia quando accompagna i genitori negli Stati Uniti per girare un docufilm, L’America perduta. “Andammo da Los Angeles a New Orleans. E lì fece l’incontro fatale”, dice riferendosi agli homeless e agli artisti di strada. “Ricordo un nero, si chiamava Masakela. Una sera la compagnia andò al cinema, ma io rimasi con Ylenia perché avevo notato qualcosa di strano. A un tratto cominciò a correre, e io dietro, lei gridava ‘fermate quell’uomo vuole farmi del male’, e quell’uomo ero io, gridavo ‘lasciatemi, è un problema di droga’. Mi seminò, la ritrovai il mattino alle 8. A sua madre disse che aveva rischiato la vita sulle acque del Mississippi”.
L’ULTIMA NOTTE DI YLENIA CARRISI A NEW ORLEANS
Al Bano poi ripercorre le ultime settimane di Ylenia, dal viaggio a Venice per trovare la zia di Romina, Anne, pittrice e la sorella di Tyrone Power, alla partenza di Ylenia per il Belize per scrivere un libro sugli homeless. “Dissi: va bene, ma prima ti devi laureare, manca poco… Invece andò in Belize, visse in una capanna, un uomo la minacciò, lei si salvò prendendo in braccio un bambino. Così tornò a New Orleans. Diceva che non voleva frequentare gente di plastica”. E proprio a New Orleans, la notte del Capodanno 1994, scomparve. “Ho ricostruito quella notte ora per ora. Ho parlato con i testimoni. Ho incontrato Masakela, che era stato pure in galera, ma negava di avere colpe”, rivela Al Bano, confessando di aver interrogato anche l’ultima persona che ha visto in vita Ylenia, il guardiano del porto. “Era seduta in riva al fiume, lui la avvisò: non puoi stare qui. Ma Ylenia non se ne andava. Il guardiano insistette, allora lei gli disse ‘io appartengo alle acque’, e si tuffò nel fiume, nuotando a farfalla. Lì capii che il guardiano stava raccontando la verità, perché Ylenia diceva quella frase da bambina prima di tuffarsi, e nuotava a farfalla. Ma il Mississippi non perdona. Romina non l’ha mai voluto accettare. Ma è andata così”.
QUANDO AL BANO HA PENSATO AL SUICIDIO
La scomparsa di Ylenia e la separazione con Romina hanno inevitabilmente stravolto la vita di Al Bano, che smentisce il nesso tra la sparizione della figlia e la fine del matrimonio. Il cantante rivela poi di aver vissuto nove anni di solitudine e di grande dolore, che lo hanno spinto anche a pensare al suicidio. “Pensavo che Dio mi avesse abbandonato. E con il dolore cresceva una voce che diceva: ‘Al Bano eliminati. Al Bano falla finita’. Ma poi ho capito che era la voce del demonio. E ho sentito anche la presenza di Dio. Ho provato una pace profonda. Mi sono detto: chi sei tu per giudicare Dio? Ricordati che anche Lui ha perso un figlio”.
ROMINA CARRISI E IL RICORDO DI YLENIA
Ha parlato di Ylenia anche Romina Carrisi Power, solitamente refrattaria ad aprirsi pubblicamente su un argomento così intimo. Ospite di Serena Bortone a Oggi è un altro giorno, l’attrice e scrittrice ha ricordato che atmosfera si viveva in casa loro e come la scomparsa della sorella avesse innescato illazioni di ogni genere: “C’era un silenzio assoluto, una risposta a tutto quel trambusto di fuori. Si diceva qualsiasi cosa, persino che noi la tenessimo nascosta in casa e questo mi ha ferita molto. Noi non ne parlavamo mai: era come avere un mostro chiuso nell’armadio, che però si ingigantiva sempre di più”. All’epoca dei fatti Romina era molto piccola, ma ricorda che lei e la sorella Cristel realizzavano dei collage con la scritta “bentornata Ylenia”. “I nostri genitori continuavano a spostare la data e i collage erano diventati una pila bella alta: arrivò un momento in cui capimmo che non sarebbe più tornata.” Poi conclude con una frase profondamente delicata: “Io non l’ho mai cercata. Prima perché ero troppo piccola, dopo perché ho capito che ognuno di noi ha un destino. Se il suo era quello di rincorrere il vento, metaforicamente, dobbiamo lasciarla correre e andare”.