Il Veneto vuole promuovere la possibilità di realizzare nuove strutture in alta montagna, in deroga all’attuale divieto di costruire sopra i 1.600 metri di altitudine sull’arco alpino. Il governatore Zaia: “Insistiamo nel favorire l’innovazione dell’offerta turistica in forma ecosostenibile e comunque di basso impatto, così da permetterle di intercettare la crescente domanda di turismo emozionale, ossia di quello specifico segmento del turismo che si va sempre più affermando in tutto il mondo e che risponde all’esigenza dei turisti di vivere emozioni intense e durature in un più genuino rapporto con la natura”.
La proposta di progetto di legge n. 164 Modifiche alla l. r. 14 giugno 2013 n. 11 “sviluppo e sostenibilità del turismo veneto”, già approvata dalla II Commissione (Ambiente e Infrastrutture) lo scorso febbraio con un solo voto contrario, va esattamente in questa direzione aprendo alla possibilità di edificare o collocare nuove volumetrie in aree che in massima parte sono vincolate da istituzioni e ordinamenti vari come la Soprintendenza ai Beni Ambientali, la ex Legge Galasso del 1985, il D.Lgs. 42/2004 (Codice dei beni culturali e del paesaggio), le norme europee Rete Natura 2000, il riconoscimento Dolomiti Unesco, la gestione dei demani collettivi (usi civici/Regole).
Oltre a malghe, bivacchi e rifugi alpini viene introdotta una nuova tipologia di struttura ricettiva in ambiente naturale, le cosiddette “stanze panoramiche”, definite dall’assessore Caner “stanze di vetro e legno o altro materiale, anche innovativo, ecosostenibile o comunque di basso impatto, collocate stabilmente sul suolo, caratterizzate da un elevato rapporto tra superficie finestrata e quella del pavimento, con particolare attenzione all’ambiente e al paesaggio circostante”.
Le preoccupazioni ambientaliste vengono derubricate ad inutili allarmismi. Oltre ad essere ecocompatibili (ma sarebbe più opportuno definirle “egocompatibili”), le strutture per essere realizzate dovranno ottenere e rispettare le relative autorizzazioni paesaggistiche; la norma prevede anche un limite di due sole strutture nell’ambito dello stesso territorio comunale, va ricordato però che nel Veneto sono ben 86 i comuni montani con territori sopra i 1600 metri di quota, mentre la l.r. 11/2013 attualmente in vigore riporta un massimo di otto stanze per ogni costruzione realizzata.
Esistono dei precedenti. Nel 2016 venne installata nei pressi del Passo Falzarego, quota 2300 metri, una “starlight room” seguita pochi anni dopo da un secondo edificio in legno e vetro, una suite per coppie facoltose: prezzi per una notte da 400 a 700 euro circa. Le strutture hanno ottenuto il parere favorevole del Comune di Cortina ai sensi del regolamento edilizio, peccato che insistessero su terreno non demaniale ma di proprietà delle Regole d’Ampezzo, che non hanno concesso autorizzazione né firmato alcun genere di contratto chiedendone pertanto la rimozione, avvenuta lo scorso anno. L’ideatore delle strutture ha commentato “mi chiedo perché vogliano ostacolare queste idee, che favoriscono il turismo nel 2022”.
Un fronte simile si è aperto anche ad Auronzo, nel bellunese, dove la famiglia altoatesina dei Meister – proprietaria di due alberghi di lusso a Merano e dintorni – ha acquistato terreni funzionali alla realizzazione di un villaggio-albergo per ospitare fino a 142 clienti in 38 alloggi separati, tra chalet esclusivi e simulazioni di case sull’albero sviluppate su due piani, con stanze da letto e spa personale e misure oscillanti dagli 80 ai 130 metri quadri ciascuno. All’interno del corpo principale vengono previsti un ristorante, un bar, una palestra, una sala relax, una piscina coperta e diverse saune; il tutto una zona ad oltre 1600 metri di altitudine, di grande pregio ecosistemico e paesaggistico, caratterizzata dalla presenza di torbiere e da una ricchissima biodiversità vegetale, in contrasto con quegli stessi vincoli paesaggistici che oggi la Regione vorrebbe rivedere.
Alex Meister ha dichiarato: “Questo progetto è stato pensato per una clientela capace di spendere almeno 550 euro a persona per notte, per un minimo obbligatorio di tre notti a soggiorno (…) Queste montagne sono bellissime. Non dovrebbero essere viste gratis”. Parafrasando il filosofo Norberto Bobbio, la differenza tra le prime generazioni di ambientalisti e quelle di oggi è che i primi potevano permettersi di essere ottimisti, mentre noi siamo e dobbiamo restare sempre in allarme.