“Agire ora, raggiungere lo zero netto di emissioni di gas a effetto serra entro il 2025 e arrestare la distruzione degli ecosistemi oceanici e terrestri e la perdita di biodiversità”: questa è l’ambiziosa seconda richiesta di noi di Extinction Rebellion ai governi. Con le proprie azioni XR richiama alle proprie responsabilità i governi nazionali e le amministrazioni a ogni livello: esse hanno il dovere di proteggere i propri cittadini dagli effetti più drammatici della crisi climatica con fatti concreti e non solamente a parole. Infatti a livello teorico l’Unione Europea si è posta obiettivi di mitigazione stringenti (riduzione delle emissioni di almeno il 55% entro il 2030 e raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050), e con il Piano d’azione dell’Ue – “Verso l’inquinamento zero per l’aria, l’acqua e il suolo” – si è impegnata a ridurre entro il 2030 di oltre il 55% gli effetti nocivi sulla salute (decessi prematuri) dell’inquinamento atmosferico. Obiettivi ambiziosi che devono ancora essere tradotti in provvedimenti e tempistiche precise, e che si scontrano con gli effetti drammatici della scarsissima qualità dell’aria in Europa: sono almeno 1200 i bambini e gli adolescenti che muoiono ogni anno, solo in Europa, a causa dell’inquinamento atmosferico. A rivelarlo è l’ultimo report “Air pollution and children’s health” pubblicato dalla European Environment Agency il 24 aprile scorso.
La tutela della salute dei bambini costituisce uno tra gli obiettivi nelle maggiori politiche sul clima e sull’ambiente. Infatti, seppur gli effetti dell’inquinamento atmosferico sull’organismo riguardino tutti, sono i bambini e gli adolescenti ad essere maggiormente esposti ai suoi rischi, poiché i loro corpi, il loro sistema immunitario sono in fase di sviluppo.
L’inquinamento atmosferico provoca danni alla salute durante l’infanzia e aumenta il rischio di contrarre malattie nel corso della vita. Diversi fattori contribuiscono alla maggiore vulnerabilità di bambini e adolescenti all’inquinamento dell’aria. In primo luogo, la frequenza respiratoria dei bambini è più alta di quella degli adulti e assumono più aria per chilogrammo di peso corporeo. In secondo luogo, data la loro minore altezza, respirano l’aria maggiormente vicina al suolo, zona in cui alcuni inquinanti provenienti dagli scarichi del traffico vengono rilasciati e si concentrano. Infine, i bambini inalano una frazione maggiore di aria tramite la bocca rispetto agli adulti, dunque l’inquinamento penetra nel tratto respiratorio inferiore che risulta maggiormente permeabile.
Prima della nascita, l’inquinamento atmosferico aumenta il rischio che i bambini siano più piccoli durante la gravidanza, condizione nota come small for gestational age.
Dopo la nascita e con lo sviluppo, l’esposizione a breve termine all’inquinamento dell’aria può anche aggravare le allergie, tra cui la rinite allergica, l’eczema e la congiuntivite. Anche l’asma, che colpisce oltre il 9% dei bambini nell’Ue, può essere esacerbata dall’inquinamento. In aggiunta, la scarsa qualità dell’aria, secondo i ricercatori, può contribuire allo sviluppo di alcuni tipi di disturbi dello spettro autistico e alla diagnosi della leucemia nei bambini.
È importante, sottolinea sempre lo studio dell’Eea, preservare la salute di bambini e adolescenti attraverso l’impiego di buone pratiche, tra cui l’installazione di zone di aria pulita intorno alle scuole, limitazioni del traffico, nonché infrastrutture verdi. Ciononostante, il livello di verde intorno alle scuole nelle aree urbane in Europa è basso: poco più del 10% dell’area nel raggio di 300 metri dalle strutture scolastiche è dotata di aree verdi e solo il 6% è coperto da alberi, soprattutto nell’Europa settentrionale.
Sempre l’Eea ha pubblicato il 25 aprile scorso la mappa della European city air quality viewer, basata sulla concentrazione di PM 2.5. A livello europeo, la città con una minor concentrazione di PM 2.5 è Faro, in Portogallo, seguita da Umeå e Uppsala in Svezia.
Tra le 375 città italiane classificate, secondo i dati degli anni 2021 e 2022, la più esemplare è Sassari, 16 ima; fanalino di coda, invece, Cremona, 372 ima. Nelle ultime trenta posizioni figurano ben 14 città italiane. Tutte nella Pianura Padana, la zona più inquinata d’Europa.