Adesso manca solo il plenum a Giovanni Bombardieri per essere nominato, per la terza volta in cinque anni, procuratore della Repubblica di Reggio Calabria. Dopo due annullamenti da parte del Consiglio di Stato, stamattina la Quinta commissione del Consiglio superiore della magistratura – competente sugli incarichi direttivi – ha votato di nuovo, chiedendo a maggioranza la conferma di Bombardieri alla guida dell’ufficio requirente della città dello Stretto. Con quattro voti a favore e due contrari, il nome del magistrato calabrese, ex procuratore aggiunto di Catanzaro e sostituto della Direzione distrettuale antimafia di Roma, è prevalso un’altra volta sullo sfidante Raffaele Seccia, ex procuratore di Lucera e Fermo e attualmente sostituto procuratore generale in Cassazione. La vicenda inizia nel 2018, quando Bombardieri viene scelto per la prima volta da palazzo dei Marescialli. Quattro anni dopo, nel maggio 2022, la nomina viene annullata dal Consiglio di Stato in accoglimento del ricorso presentato da Seccia, rigettato in primo grado dal Tar del Lazio. Il 22 luglio, però, il Csm conferma all’unanimità la scelta di Bombardieri, ribadendo la decisione che aveva assunto quattro anni prima, con una diversa motivazione. Anche questa delivera però viene annullata dal supremo organo amministrativo, che in seguito – sempre su input di Seccia – emette una sentenza di ottemperanza, ordinando al plenum di riaprire la procedura.

In questo braccio di ferro tra istituzioni, il Csm ha sostenuto che la decisione del Consiglio di Stato fosse “affetta da un macroscopico errore di fatto”, cioè l’“affermazione secondo cui Seccia sarebbe l’unico fra i due candidati a poter vantare un’esperienza in tema di coordinamento investigativo”. “Grossolanamente errato“, secondo palazzo dei Marescialli, anche l’assunto “secondo il quale Bombardieri non avrebbe mai svolto funzioni di coordinamento investigativo in procedimenti” di mafia. Reati di cui, invece, il magistrato calabrese si è occupato “continuativamente per 21 anni, sia nelle funzioni giudicanti che requirenti e, quanto a queste ultime, per quattro anni presso la Dda di Roma, presso la Dda di Reggio Calabria e, da ultimo, presso la Dda di Catanzaro, tanto nella veste di coordinatore, quanto di componente titolare di fascicoli”. A Catanzaro, inoltre, Bombardieri è stato procuratore aggiunto, “ricoprendo quindi un ruolo di primo piano nell’organizzazione dell’intero ufficio e non soltanto con riferimento al gruppo di magistrati ad esso assegnati”. Ma è stato anche vicario del procuratore Nicola Gratteri in unadistrettuale che vanta 26 sostituti, molti di più rispetto alle Procure di Lucera (cinque sostituti), oggi soppressa, o di Fermo (quattro sostituti) dove ha lavorato Seccia, che dal canto suo ha “esercitato il coordinamento della Dda di Bari solamente per sette mesi peraltro in epoca risalente (dal febbraio al settembre 2010) in qualità di sostituto procuratore”.

Accogliere il ricorso di Seccia, per il Csm, è stato “un puro abbaglio dei sensi” da parte del Consiglio di Stato che, a inizio aprile, si è espresso di nuovo decidendo di non revocare la sentenza di ottemperanza emessa a gennaio (così come aveva chiesto il Csm), accogliendo però “in parte” il ricorso di Bombardieri. I giudici amministrativi, infatti, hanno “dettato i criteri definitivi” che, come ha fatto la Quinta commissione, anche il plenum dovrà adottare per rivotare il procuratore di Reggio Calabria. In sostanza, il Csm dovrà valutare “tutti gli atti già acquisiti nel procedimento” e, “nell’esaminare le autorelazioni dei magistrati, non potrà limitarsi a desumere la sussistenza dei dati dichiarati, ma dovrà confrontarli con la documentazione fornita dai candidati a supporto delle proprie candidature, verificando l’idoneità di tale documentazione a comprovare quanto dichiarato e rinnovando il giudizio comparativo”.

In Commissione, oltre alla presidente Maria Luisa Mazzola (Magistratura indipendente), per Bombardieri hanno votato i consiglieri Antonello Cosentino (Area), Roberto D’Auria (Unicost) ed Ernesto Carbone (laico indicato da Italia viva). Mentre per Seccia hanno votato il togato Andrea Mirenda (indipendente) e la consigliera laica Daniela Bianchini, in quota Fratelli d’Italia. Quest’ultima evidentemente la pensa in maniera diversa dal vicecapogruppo alla Camera del suo partito di riferimento, Alfredo Antoniozzi, che il mese scorso, pur ribadendo “il massimo rispetto per il Consiglio di Stato e per le sue pronunce sul caso Bombardieri”, ha evidenziato “che il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria è un grande magistrato. Sarà il Csm a fare le valutazioni imposte da Palazzo Spada”, le parole di Antoniozzi, “ma Bombardieri è una grande risorsa nella lotta alla ‘ndrangheta e nella difesa della legalità. È un magistrato che unisce rigore ad equilibrio e che grazie a un lavoro certosino ha contribuito fortemente a indebolire il cancro principale della nostra regione“. Un magistrato sul quale, adesso, tutti i componenti del Csm dovranno decidere se confermare alla Dda reggina o se preferirgli chi non si è mai occupato di criminalità organizzata calabrese, e ha guidato solo procure dove i pm si contano sulle dita di una mano.

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