Per Pasquale Tridico il commissariamento deciso giovedì dal governo è “una decisione immotivata, indegna, incomprensibile, pura aggressività politica che reca danno anche alla credibilità delle istituzioni“. E in effetti si tratta di spoil system nella sua forma più ruvida: l’incarico dell’economista all’Inps sarebbe durato ancora un anno, visto che la sua nomina risale al 15 aprile 2019 ma il cda dell’ente si è insediato il 15 aprile 2020 e all’epoca si era deciso che la durata dei mandati fosse allineata. Sul punto però l’esecutivo avrebbe dalla sua un parere dell’Avvocatura generale dello Stato che – in netto contrasto con quello dell’Avvocatura dell’Inps – lo scorso autunno ha individuato la scadenza nel maggio 2023.
L’economista non ci sta e, parlando alla Stampa, sottolinea che “un ente pubblico si commissaria quando c’è malaffare, corruzione, dissesto finanziario oppure un cambio di governance vero”. Non quello deciso dall’esecutivo che prevede solo l’abolizione dei vicepresidenti di Inps e Inail, attualmente Marialuisa Gnecchi del Pd e Paolo Lazzara in quota M5s. In più “i meriti dell’Inps”, a detta di Tridico, “sono sotto gli occhi di tutti e oggi tutto si può dire dell’Inps tranne che è un carrozzone“.
La Cgil definisce “grave e pericoloso” il commissariamento di Inps e Inail e parla di “ennesimo atto unilaterale con cui il governo punta al controllo politico dei due enti”. Si tratta – sottolinea il sindacato in una nota – di “una forzatura inaccettabile, compiuta senza alcun confronto con chi rappresenta lavoratori e pensionati, che sono gli “azionisti di maggioranza” di queste realtà. Da sempre difendiamo l’autonomia di Inps e Inail, un valore fondamentale a garanzia di tutti. L’esecutivo sceglie, invece, di metterla pesantemente in discussione”, si legge.
Anche opposizioni difendono Tridico e il numero uno dell’Inail Franco Bettoni e attaccano il governo per il metodo utilizzato. Per la vice presidente del gruppo M5S alla Camera Vittoria Baldino “ambo i presidenti e gli istituti hanno svolto in questi anni un lavoro importante al servizio del Paese, portando notevoli risultati di gestione incompatibili con una misura come il commissariamento. Proprio per questo non possiamo tollerare che le dirigenze di importanti articolazioni del nostro Paese, come Inps e Inail, diventino preda di appetiti che nulla hanno a che vedere con l’interesse pubblico e con quello dei cittadini”. I capigruppo di Senato e Camera Stefano Patuanelli e Francesco Silvestri prevedono un “epilogo disastroso nel segno della mera spartizione del potere. Il responsabile economico del Pd Antonio Misiani su Twitter scrive che il decreto di Meloni “è un marchingegno costruito solo per mettere le mani subito su Rai, Inps e Inail. È una indecenza, una forzatura gravissima e senza precedenti che non può essere avallata in alcun modo”.