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Cesare Ragazzi, il re del trapianto dei capelli: “Di notte, quando gli uomini guardavano i porno in mezzo chi saltava fuori? Io! Era il momento migliore per gli spot”

L'icona degli anni Ottanta in tema di “cura” per la calvizie racconta come ha costruito un impero a partire da una cantina arrivando fino a New York

di Emanuele Corbo

Cesare Ragazzi è stato, a partire dagli anni Ottanta, l’amico di tutti coloro che soffrivano di calvizie e che vedevano in lui la via per rinfoltire una chioma che aveva deciso anzitempo di non essere più rigogliosa. Celeberrimi gli spot in cui promuoveva i suoi centri e il metodo dell’innesto naturale: “A tanti ho risolto un problema per cui non dormivano la notte” confessa a Repubblica.

E a proposito delle ore più buie, Ragazzi spiega quali fossero i momenti migliori per piazzare le pubblicità in tv: “All’ora di pranzo. Poi sicuramente in mezzo agli eventi sportivi e di notte”, quando c’erano “un sacco di uomini che si guardavano i film porno o erotici. E in mezzo chi saltava fuori? Io! ‘Salve, sono Cesare Ragazzi’. Quanti ne ho incontrati che mi hanno confessato di aver deciso di farsi vedere proprio a notte fonda. ‘Mi hai rovinato’, mi dicevano. Poi mi ringraziavano soddisfatti”.

UN SUCCESSO INTERNAZIONALE – Quella di Cesare Ragazzi è stata una carriera partita da una cantina, il suo primo laboratorio, nel 1968: “Sono riuscito ad aprire circa 80 centri in Italia. Più otto all’estero. Per 40 anni abbiamo avuto 700 stipendi. Ma prima di arrivarci ho sofferto la fame e lavorato come un pazzo”. I sacrifici sono stati ripagati perché il progetto è sbarcato anche a New York, “sulla 47esima strada, a un passo dalla Quinta. Non sapevo nemmeno dire buongiorno o buonasera in inglese. Avevo imparato solo poche parole: bere, mangiare, dormire, lavorare, taxi e volare. Quarant’anni fa mi sono bastate”.

TANTI VIP TRA I CLIENTI – Non solo gente comune, anche tanti vip si sono rivolti a lui nel corso degli anni. Si dice il peccato, però, non il peccatore: “Tanti personaggi noti sono venuti da me: giocatori di Serie A e B, gente che correva in bicicletta o in moto. Protagonisti della tv […] In tutti questi anni non ho incontrato nessuno capace di ammettere di essersi sottoposto all’innesto di capelli. Avrebbero confessato con più facilità un omicidio. Un po’ lo capisco, anche io ci sono rimasto male quando ho cominciato a perdere i capelli”, continua.

E oggi che cosa resta di quell’impero? Ben poco, perché Ragazzi ha venduto tutto: “Sì, l’azienda è stata comprata sei anni fa da un fondo d’investimento inglese. Nel frattempo, ho brevettato un altro tipo di impianto di capelli sicuro e funzionale che vorrei vendere”. A conferma che, come recitava lo slogan del suo spot, “Tutto può succedere a un calvo che si è messo in testa un’idea meravigliosa”.

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