Comprare un’auto da 25mila euro a rate oggi può costare fino a 8200 euro in più del 2021. Colpa dell’aumento del costo del denaro stabilito dalla Bce negli ultimi mesi. A fare i conti in tasca ai consumatori italiani in epoca di rialzi costanti dei tassi, è il sindacato del bancari Fabi in uno studio ad hoc.

Le famiglie indebitate, in Italia, sono 6,8 milioni, pari a circa il 25% del totale: di queste, 3 milioni e mezzo hanno un mutuo per l’acquisto di una casa, fa i conti la Fabi. Nel corso del 2022, i tassi di interesse sui prestiti sono notevolmente aumentati e nuovi incrementi sono inevitabili con il costo del denaro ulteriormente aumentato al 3,75 per cento. Per quanto riguarda i nuovi mutui, le rate di quelli a tasso fisso sono destinate a raddoppiare, mentre per quelli a tasso variabile il ”rimborso” mensile dovrebbe salire del 50-60 per cento.

Più nel dettaglio, per un nuovo mutuo a tasso fisso da 200.000 euro di 25 anni (il tasso medio applicato dalle banche potrebbe essere nettamente superiore al 5%), la rata mensile sarà di 1.218 euro; per un prestito da 100.000 euro, sempre di 25 anni, col tasso al 5,1%, la rata mensile sarà, invece, di 597 euro. Quanto ai vecchi mutui, invece, nessuna differenza per quelli a tasso fisso, mentre le rate di quelli a tasso variabile hanno subito aumenti fino al 65%. (segue)

Il valore complessivo dei mutui per l’acquisto di abitazioni ammontava, a fine febbraio 2023, a 426 miliardi di euro, in crescita di 50 miliardi rispetto a fine 2017 (+13,5%). Sul totale di 25,7 milioni di famiglie italiane, quelle che hanno un mutuo sono circa 3,5 milioni, su un totale appunto di 6,8 milioni di cittadini indebitati anche con altre forme di finanziamento, come il credito al consumo e i prestiti personali. Tra credito al consumo e prestiti personali, le banche hanno erogato 253 miliardi di euro di prestiti ai cittadini, in linea con i valori di fine 2017, ma in rallentamento rispetto alla tendenza degli ultimi mesi, segno dell’incidenza negativa dell’aumento dei tassi d’interesse.

Le rate dei vecchi mutui a tasso fisso, cioè quelli erogati fino alla fine del 2021-inizio 2022, non cambiano e resteranno intatte fino al termine del piano di rimborso. Le rate dei vecchi mutui a tasso variabile sono cresciute in media del 65 per cento. Questo vuol dire che chi pagava una rata di circa 500 euro al mese, oggi paga, al mese, 825 euro ovvero 325 euro in più. Ed è molto probabile che le rate dei vecchi mutui a tasso variabile possano salire ancora. Mentre i nuovi mutui a tasso fisso sono passati da un interesse medio di circa 1,8% ad uno che supera il 5% con le rate mensili che, pertanto, possono risultare, sulla base delle offerte delle banche, anche più che raddoppiate rispetto a un anno fa. I nuovi mutui a tasso variabile invece potrebbero arrivare, a breve, in media, verso il 6% dallo 0,6% di fine 2021: vuol dire che per un prestito da 150.000 euro della durata di 20 anni la rata mensile sarà di 1.090 euro, ben 325 euro in più (+63,9%) rispetto a quella che si sarebbe ottenuta un anno fa ovvero 665 euro.

Secondo le simulazioni della Fabi, per un mutuo prima casa a tasso fisso al 5,3% da 200.000 euro di 25 anni, la rata mensile ammonterà a 1.218 euro; per un mutuo da 100.000 euro, sempre di 25 anni, col tasso al 5,1%, la rata mensile sarà, invece, di 597 euro. Dalla casa alle automobili o elettrodomestici acquistati a rate, a fine 2021 il tasso d’interesse medio era dell’8,1%, alla luce della decisione della Bce potrebbe arrivare al 12,8 per cento. E così per acquistare un’automobile da 25.000 interamente a rate, con un finanziamento da 10 anni, il costo totale passa appunto da 37.426 euro a 45.704 euro, con una differenza complessiva di 8.279 euro (+22,1%) rispetto ai tassi di fine 2021; per comprare una lavatrice da 750 euro interamente a rate, con un finanziamento da 5 anni, il costo totale passa da 942 euro a 1.061 euro, con una differenza complessiva di 119 euro (+25,3%) rispetto ai tassi di fine 2021.

“L’ennesimo aumento del costo del denaro da parte della Banca centrale europea rappresenta un altro pesantissimo macigno sui prestiti bancari e sull’intera economia italiana – ha commentato Lando Maria Sileoni che guida la Fabi da 13 anni – I rischi sono due: un rallentamento molto forte del mercato immobiliare e dell’edilizia e una riduzione molto evidente degli investimenti delle imprese, che frenerà l’occupazione. Come un film già visto, alla decisione della Federal reserve americana, è seguita la decisione fotocopia della Banca centrale europea”.

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